Polinesia Francese – Tahiti

Bandiera Polinesia Francese

Capitale Papeete
Abitanti 268.270
Estensione  Kmq 4.167
Valuta  Franco CFP o del Pacifico  XPF 119,332 =1€
Fuso orario -11h, -12h se ora legale in Italia
Elettricità  220/240 V, presa AC
Lingua Francese, tahitiano
Aeroporti  Papeete PPT, Bora-Bora BOB, Moorea MOZ, Rangiroa RGI Raiatea RFP, Huahine HUH, Nuku Hiva NHV

Bora Bora è un’isola minuscola: la strada costiera in sole due ore permette di compierne il periplo. L’interno è selvaggio, con alte montagne e palme da cocco. Il capoluogo è Vaitape, un villaggio piccolo e tranquillo. I marae, antichi altari di pietra dove avvenivano i rituali sacrifici umani, e i villaggi di palafitte testimoniano che l’isola era già abitata più di mille anni fa. Nel centro archeologico di Maeva si possono ammirare ben 28marae, scenograficamente disposti tra la laguna e il sacro monte Tapu: un museo all’aperto tra i più emozionanti del mondo. Nel marae di Mununu le leggende dicono che sia sepolto Raiti, l’ultimo grande sacerdote delle isole, morto nel 1915.

Moorea è più tranquilla e selvaggia rispetto alla vicina Tahiti. Di origine vulcanica, circondata da un basso fondale con barriera corallina e orlata di spiagge di sabbia bianca, offre il suggestivo panorama dei suoi piccoli villaggi dominati da alte montagne frastagliate e circondati da piantagioni di profumata vaniglia e di ananas. La vista dall’aereo è superba: una grande vetta smeraldina che emerge dalle acque azzurre circondata da un anello bianco. Il centro principale di Moorea è Paopao; sui muri della chiesetta dedicata a Saint Joseph c’è un affresco che rappresenta una famiglia polinesiana, dipinto da Pierre Heyman.

A Papetoai, sotto alti alberi, c’è la chiesa protestante, di forma ottagonale: costruita nel 1822 dai primi missionari sul luogo di un precedente marae (altare), è il più vecchio edificio di tutta la Polinesia. Con un veicolo fuoristrada si possono raggiungere, nel Nord dell’isola, due baie stupende: quella di Cook e quella di Opunohu che, aprendosi come fiordi tropicali, hanno reso celebre questo mare. La baia di Cook è, per tradizione, il luogo dove mise l’ancora il celebre navigatore. Dalla vetta della montagna centrale si può ammirare uno scenografico panorama sul mare della Luna. Le acque della Pointe Matira, una deliziosa baia, sono tra le più fotografate al mondo. Qui sono stati girati numerosi film e documentari, tra cui quelli di Folco Quilici, Dino de Laurentiis e Robert Flaherty.

Tahiti, con la magica atmosfera, la luce e i colori di un paradiso lontano, ha ammaliato molti scrittori europei e il celebre pittore Paul Gauguin che, ritiratosi a vivere a Mataiea, un piccolissimo villaggio, dipinse i suoi quadri più celebri, alcuni dei quali sono nel museo di Papeari. Il tour dell’isola, lungo la strada costiera, corre fra montagne, villaggi e vegetazione lussureggiante. Si cammina fino al faro sulla Pointe Venus che vide passare grandi marinai entrati nella leggenda come Thomas Cook e gli ammutinati del Bounty. Nell’interno dell’isola, a Vaipooiri, vi sono grandi grotte, cascate e laghi d’acqua dolce incastonati nelle rocce laviche: suggestive sono le maestose cascate di Faarumai, il lago Viaihiria e la grotta Maraa.

Papeete, la capitale, offre innumerevoli occasioni di divertimento e di shopping, in un’atmosfera quasi parigina. Il centro si sviluppa fra il Boulevard Pomare, lungo la riva del mare, e la via interna parallela. Merita una visita il Musée de la Perle, che illustra la storia e i metodi di coltivazione della celebre perla nera e offre l’occasione di acquisti garantiti. Decisamente esotico e vivacissimo il mercato coperto dei fiori e della frutta in Rue Cardella. Per ammirare un panorama superbo, soprattutto al tramonto, si può salire al Belvedere.

Cattedrale di Nostra Signora: (in francese: Cathédrale de Notre-Dame de l’Immaculée Conception) è la chiesa cattedrale dell’arcidiocesi di Papeete, si trova a Papeete. I primi missionari cattolici francesi arrivarono a Thaiti nel 1842, sei anni più tardi venne fondato un vicariato apostolico. La costruzione della cattedrale è iniziata a metà del XIX secolo ed è stata completata nel 1875. È la più antica chiesa cattolica di Tahiti e uno degli ultimi esempi rimasti della prima architettura coloniale di Papeete.

Musée de Tahiti et des Îles: (“Museo di Tahiti e delle isole”), Tahitian Te Fare Manaha (“Museo), è un museo etnografico polinesiano nel villaggio di Punaauia su Tahiti. Il museo è stato fondato nel 1974 per conservare e ripristinare manufatti polinesiani e pratiche culturali. Ha firmato accordi di cooperazione con il Musée du quai Branly, che ha maggiori risorse per la messa in scena mostre pubbliche

Museo Gauguin Paul: è un museo d’arte dedicato alla vita e alle opere di Paul Gauguin a Tahiti. Si trova a PK 51, 2 Papeari, Tahiti , direttamente di fronte al Giardino Botanico.

Raiatea, secondo le leggende polinesiane, è il luogo dove sono nati gli dei, i re, gli uomini, un’isola sacra per molti anni centro spirituale e meta di pellegrinaggi. Oggi è quella meno coinvolta dal turismo. Sulla costa meridionale vi sono graziosi villaggi e lagune stupende. Il capoluogo è Uturoa. La baia di Faaroa, con le sue acque profonde, è un porto naturale straordinario: ha protetto un tempo la nave del Capitano Cook e ancora oggi offre riparo alle imbarcazioni da turismo e diporto. Si può visitare il suggestivo marae Taputapuatea, del XVII secolo, dedicato a Oro, dio della guerra. Anche in questo atollo corallino brulicano i pesci: il momento migliore per avvistarli è durante il cambio della marea, quando le acque penetrano nella laguna creando forti correnti. Con maschera e boccaglio si può entrare nell’atollo attraverso il canale, trasportati dalle onde. Nella laguna si trovano le famose perle nere: le prime coltivazioni iniziarono nel 1968 e oggi sono conosciute e apprezzate in tutto il mondo.

Huahine è formata da due isole collegate tra loro da un ponte e ha bianche spiagge di sabbia: le più belle, sulle penisola di Haapu e Tiva, sono protette dalla barriera corallina. Il centro più importante è il villaggio di Fare da cui parte la strada che permette di attraversare le due isole, ammirando orti, piantagioni e vallate.

Quasi tutti gli arcipelaghi sono caratterizzati tutto l’anno da temperature elevate e da abbondanti precipitazioni di tipo temporalesco. Nel periodo da dicembre a febbraio la temperatura dell’aria oscilla tra 27 °C e 35 °C, a seconda anche dell’esposizione delle isole e dell’abbondanza delle piogge. Da marzo a novembre gli alisei mitigano l’umidità e rinfrescano l’aria, che si mantiene tra 21 °C e 27 °C. La temperatura dell’acqua nelle lagune oscilla tra 23 °C e 26 °C.

Le Isole Marchesi in genere sono le più calde. La vegetazione, esuberante tutto l’anno, è ancora più rigogliosa nella stagione umida.

Passaporto con validità di almeno 6 mesi dalla data di rientro. Visto non necessario per un soggiorno di 3 mesi. Se si transita per gli Stati Uniti: documenti di identità idonei e autorizzazione ESTA.

Il certificato di vaccinazione contro la febbre gialla è obbligatorio per i viaggiatori provenienti dai Paesi a rischio di trasmissione della malattia.

Internazionale.

Esistono opinioni divergenti su come i popoli polinesiani siano giunti a stabilirsi nelle isole del Pacifico, ma appare chiaro che i primi abitanti furono grandi navigatori che attraversarono vaste distanze nell’oceano, arrivando ad occupare un’ampia zona costituita dall’odierna Polinesia Francese più le Hawaii, la Nuova Zelanda, parti dell’isola di Nuova Guinea, Tonga e le Isole Cook. Si ritiene che queste genti siano partite dal Sud-est Asiatico circa 3000 o 4000 anni fa e che abbiano iniziato ad arrivare in quella che oggi è la Polinesia Francese verso il 300 d.C. In origine le isole erano governate da capi che comandavano enormi flotte di canoe a bilanciere. Le pratiche religiose di quell’epoca prevedevano i sacrifici umani. I Portoghesi furono i primi Occidentali ad avvistare le isole, ma gli Inglesi furono i primi ad arrivarci 150 anni dopo nel 1767. I Francesi seguirono nel 1768 con conseguenze determinanti per entrambi; i Francesi trovarono i Polinesiani puri e liberi da ogni forma di corruzione tanto da definirli “I nobili selvaggi “ che si riallacciavano poi al concetto dell’idealismo dei filosofi Francesi rivoluzionari. Gli Inglesi tornarono nel 1769 per motivi scientifici, per assistere al Transito di Venere e poter calcolare l’unità astronomica – la distanza media della Terra dal Sole L’evento più famoso della regione, avvenuto in tempi relativamente recenti, fu l’ammutinamento del Bounty: fu infatti a Tahiti e sull’isola di Tubuai che Fletcher Christen e i suoi compagni si rifugiarono dopo aver abbandonato, il 28 aprile 1789, vicino alle isole di Tonga il capitano William Bligh e l’equipaggio rimastogli fedele, lasciandoli in balia delle onde in una minuscola barca scoperta. Sempre a Tahiti il lungo braccio della legge inglese raggiunse gli ammutinati che non erano fuggiti all’isola di Pitcairn e li costrinse ad affrontare la giustizia britannica. Le isole polinesiane sono state annesse alla Francia durante il XIX secolo e chiamate, fino al 1958, «Possedimenti dell’Oceania» («Établissements de l’Océanie»).

Le informazioni ivi contenute hanno puro carattere informativo, non si risponde di eventuali inesattezze e si invita a consultare gli aggiornamenti tramite le competenti autorità. Queste informazioni sono state realizzate attingendo: alla pagina dei tassi di cambio giornalieri comunicati dalla Banca d’Italia alla data del 31 dicembre 2014 per la valuta;  agli standard elettrici nel mondo pubblicati su Wikipedia per elettricità e prese;  alle informazioni inerenti capitale, abitanti, estensione, fuso orario, lingua,  documenti d’accesso, indicazioni sanitarie, patente automezzi, indicazioni speciali, contenute sul sito della Farnesina www.viaggiaresicuri.it nelle date comprese tra il 10 novembre e il 30 dicembre 2014.

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