Koror, centro economico e capitale di Palau, è la residenza di 2/3 della popolazione della repubblica. È una città molto meno animata rispetto a quando i giapponesi la considerarono propria, con un ritmo micronesiano e nessuna particolare propensione per la frenesia. Se desiderate scavare più in profondo, scorgerete ancora resti di un passato più tradizionale: un giorno o due di esplorazione sono più che sufficienti. Oltre a questo, usate Koror come punto di partenza per le escursioni alle Rock Islands, Peleliu, Angaur e le altre isole. Sull’isola di Koror, il Belau National Museum è un buon posto per consolidare la vostra comprensione della cultura e storia della nazione. La sorprendente quantità degli oggetti esposti, varia dalla testa di un coccodrillo di 5 m (il più grande mai trovato sull’isola), al denaro fatto di perline e conchiglie, alle tavole riccamente intagliate e altri manufatti artigianali. A piano terra c’è un bel bai di legno e paglia (un centro d’incontro comunitario) e alcuni resti di una macchina da guerra giapponese.
L’isola di Malakal, al di là di Koror, è sede del Micronesia Mariculture Demonstration Center, un laboratorio di ricerca marina impegnato in progetti commerciali e di conservazione. Il loro grande vanto è essere riusciti a coltivare le Tridacna gigas. Vale la pena dare una sbirciata agli acquari tropicali del centro visitatori. È possibile godere di un’eccellente vista delle Rock Islands dalla vicina Malakal Hill.
Rock Islands sono la somma gloria di Palau. Più di 200 di queste protuberanze di calcare ricoperte di giungla punteggiano le acque per una striscia di 35 km a sud di Koror. Le loro basi, essendo state consumate dall’azione delle maree e dal pascolo delle creature marine, sono più strette rispetto alla parte superiore facendole risultare simili a funghi dalle sfumature smeraldo che sorgono da un mare turchese. Dall’alto, sono uno schianto, e vale la pena, anche solo per la vista, prendere un volo da Koror per Angaur o Peleliu. Ma sono le acque che le circondano a rendere le Rock Islands uniche. Immergetevi e vi troverete una delle vite marine più abbondanti e ricche che si possano trovare. Ngemelis Wall è una delle pareti d’immersione più belle dell’arcipelago. Partendo con l’acqua all’altezza delle ginocchia, precipita verticalmente per circa 300 m, e mostra l’arcobaleno brillante di spugne e coralli morbidi i cui colori intensi formano lo sfondo per frementi ventagli di mare di 3 m e alberi giganti di corallo nero. Blue Corner è il luogo d’immersione più famoso, dove vi potete aspettare di essere abbagliati da un’incredibile varietà di pinne e natatoie, da squali e barracuda, da coralli morbidi e duri. Nell’interno, Jellyfish Lake è un lago marino, reso famoso da Medusa, uno special televisivo del National Geographic TV, dove milioni di minuscole meduse prive di aculei sembrano danzare all’unisono. Alcune delle Rock Islands hanno morbide spiagge dalla sabbia bianca dove poltrire dopo un’immersione, mentre altre si lasciano ammirare per le grotte con stalattiti, archi di roccia e canali sotterranei; inoltre, l’Isola di Ulong è nota per la presenza di antichi dipinti rupestri e la grotta vicina ad Airar Channel per le monete di pietra Yapese semi-intagliate…e, sì, anche per i coccodrilli.
Babeldaob, fittamente ricoperta di giungla, la più grande isola della Micronesia dopo Guam, ha una superficie terrestre di oltre 400 kmq, ben quattro volte più grande di tutte le altre isole messe insieme. Babeldaob è un’alta isola vulcanica con colline dai dolci pendii, con belle distese di spiaggia sabbiosa sulla costa est e foreste di mangrovia su quella ovest. Parti della giungla interna sono pressoché inesplorate e molti dei villaggi sono ancora collegati tra loro tramite antichi sentieri di pietra. Molte delle colline dell’isola erano un tempo terrazzate a gradini e piramidi; le ricerche archeologiche fanno presupporre che vennero iniziate verso il 100 dC. Il loro scopo rimane un mistero, e,fatto ancora più curioso, soltanto un villaggio fu costruito lì intorno. Lo stato di Ngarchelong, sulla parte più a nord dell’isola, ha un campo aperto con file di grandi monoliti di basalto noto come Badrulchau, posti lì secondo la leggenda dagli dei per sostenere un enorme bai.
Airai, all’estremità sud dell’isola, ospita l’aereoporto internazionale di Palau. I luoghi d’interesse più visitati dell’isola sono i suoi due bai, uno vecchio e uno recente. Lo stato di Ngaraard a nord ha alcune delle spiagge più belle dell’isola. Ngemelis Wall: considerata da Jacques Cousteau la parete subacquea più spettacolare del mondo. Vi si trovano 1.500 specie diverse di pesci tropicali, 700 specie di coralli e anemoni e oltre 100 relitti della seconda guerra mondiale: un paradiso sottomarino unico al mondo.
Il clima è tropicale, con piogge abbondanti. Le variazioni stagionali delle precipitazioni e della temperatura sono poco rilevanti. La temperatura media è di 27 °C mentre il tasso dell’umidità è dell’80%. I cicloni tropicali portano piogge abbondanti e provocano gravi danni, soprattutto nel periodo giugno-novembre.
Passaporto con almeno 6 mesi di validità. Il VISTO, valido per una durata massima di 30 giorni, viene rilasciato sul posto, dietro presentazione di un passaporto in corso di validità e di un biglietto aereo di ritorno o valido per altra destinazione. Tassa d’imbarco di 20 USD, più 15 USD di ‘green fee’ per un totale di 35 USD a persona. Soggiorni di durata superiore ai 30 giorni devono essere approvati previo pagamento di apposita tassa.
Nessuna.
E’ permesso guidare per 30 giorni con la patente nazionale, altrimenti patente internazionale.
I primi abitanti di Palau, probabilmente giunti dall’Indonesia, si stabilirono sulle isole intorno al 1000 a.C. Nel 1543 l’esploratore spagnolo Ruy López de Villalobos fu il primo europeo a visitare Palau, ma i primi tentativi europei di stanziamento e commercio con i locali si ebbero solo nel XVIII secolo per opera dei britannici. La Spagna colonizzò le isole nel XVIII secolo ma poi le vendette alla Germania nel 1899. Il Giappone occupò Palau allo scoppio della prima guerra mondiale e ottenne un mandato di controllo fino alla fine della seconda guerra mondiale, quando le isole furono cedute agli Stati Uniti quale parte del Territorio fiduciario delle Isole del Pacifico (Trust Territory of the Pacific Islands). Nel 1979 i paluani votarono contro l’unione con gli Stati Federati di Micronesia, optando per l’indipendenza. Dopo un lungo periodo di transizione, durante il quale si ebbero le morti violente di ben due presidenti (Haruo Remeliik assassinato nel 1985, e Lazarus Salii suicidatosi nel 1988), l’indipendenza arrivò nel 1994; i rapporti con gli Stati Uniti sono comunque rimasti molto forti.
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