Città principali
Lubiana (in sloveno Ljubljana), la capitale, è una città di dimensioni contenute, dalla spiccata vivibilità. Già colonia romana col nome di Emona dal 34 a.C., poi distrutta dagli unni nel 451, si caratterizza per i suoi ponti, i grandi spazi verdi, un nucleo prevalentemente tardo-barocco con palazzi di stile rinascimentale e liberty. Dominata dal castello, che sorge sulla cima di un colle e la cui struttura attuale risale al XVI secolo, ha chiese ed edifici civili di grande pregio: la cattedrale di San Nicola, realizzata dal gesuita Andrea Pozzo (1700); la chiesa di San Pietro, considerata la più antica della città; la chiesa di San Bartolomeo, chiamata la ‘chiesa vecchia’; la chiesa di Trovo; la chiesa dei Crociferi; quella di San Giacomo e quella delle Orsoline, che contiene tele di Palma il Giovane. Tra gli edifici pubblici, oltre al castello, la curia vescovile, la Fontana dei Fiumi Carniolani (di F. Robba, 1751), il triplice ponte (Tromostovje), che collega la cittadella con il resto della città; il Palazzo del Governo in stile neo-rinascimentale e il Palazzo Gruber.
Il polmone verde della città è il Parco Tivoli, che si trova tra la posta centrale e il municipio.
Gli altri castelli di Lubiana sono il Castello di Fuzine, in cui hanno sede importanti musei, il Palazzo Cekinov Grad e il Tivolski Grad, entrambi nel Parco Tivoli.
Lubiana può vantare numerosi teatri. Il Festival Estivo Internazionale è l’avvenimento culturale più importante che caratterizza l’intera estate di Lubiana.
Il Museo Nazionale conserva raccolte archeologiche, etnografiche e di arte applicata. La Galleria Nazionale è dedicata alla pittura slovena dal XII al XIX secolo. La Galleria Moderna è una mostra permanente di arte moderna slovena. Il Museo Civico, infine, raccoglie collezioni archeologiche e di arte applicata.
Capodistria si trova vicinissima all’Italia, a 12 km da Trieste, sulla sponda meridionale dell’omonimo vallone (Koperski zaliv), insenatura del golfo di Trieste. Edificata su un isolotto, unito nel 1825 alla terraferma mediante due dighe, è il principale porto della Slovenia, con efficienti attrezzature turistiche e alberghiere. La lunga dominazione veneziana ha determinato il suo carattere tipicamente veneto. Il duomo, di fondazione romanica, ha una facciata inferiormente gotica del 1450 e superiormente lombardesca e un interno settecentesco: vi si conservano diversi dipinti di scuola veneta, tra cui una Madonna e Santi del Carpaccio. L’Oratorio del Carmine, già battistero, è un edificio romanico a pianta circolare del Duecento. Tra gli edifici civili si ricordano il Palazzo Pretorio, la Loggia e il Fontego, tutti tardogotici del Quattrocento. Restano una parte della cinta muraria veneziana e una sola delle dodici porte che vi si aprivano, quella rinascimentale detta della Muda. Il Museo Civico è ospitato nel Palazzo Tacco, del tardo Rinascimento.
Maribor è la seconda città della Slovenia. Principale centro della viticoltura della Stiria, vi vengono prodotti i migliori vini bianchi del Paese. La città merita una visita per le antiche mura nel centro storico, la rinascimentale Torre dell’Acqua, diventata una cantina vinicola ed enoteca, la Torre della Giustizia, la Torre di Celiga e la Torre degli Ebrei. Il cuore della città è la Piazza Centrale (Glavni trg) con la colonna della peste in stile barocco.
Pirano (in sloveno Piran) sorge su di una stretta penisola all’imbocco della baia omonima (golfo di Trieste). Di impronta architettonica tipicamente veneta, conserva resti delle merlate mura quattrocentesche, munite di sette torri di difesa. Il duomo di S. Giorgio, di origine medievale, fu rifatto nel XVII secolo; il campanile isolato è ispirato a quello di San Marco di Venezia. Di stile gotico sono la chiesa di S. Francesco (rimaneggiata nel sec. XVI, conserva all’interno una pala d’altare di V. Carpaccio) e l’Oratorio di S. Maria delle Nevi, oltre a varie case e palazzetti. La chiesa di San Michele (sec. XVIII) conserva una tela attribuita al Tiepolo.
Portorose (in sloveno Portoroz), situata in un’insenatura del vallone di Pirano, è una frequentata stazione climatica e balneare sulla costa adriatica e un importante centro termale. Il suo lungomare è ricco di vegetazione. Di giorno si può godere della spiaggia, ma chi ama andare alla ricerca di angoli particolari può farne una base per escursioni nell’entroterra istriano.
Luoghi di interesse
Il Carso sloveno si estende dal fiume Soca (Isonzo) fino al fiume Kolpa, nell’entroterra di Trieste. Il calcare e l’acqua vi hanno formato i fenomeni caratteristici come inghiottitoi, abissi, laghi periodici e grotte sotterranee.
Le Grotte di Postumia (in sloveno Postojnska jama) si trovano 40 km da Lubiana. Scavate dalle acque sotterranee del torrente Piuca, sono tra le più spettacolari della Terra e si sviluppano a livelli decrescenti per oltre 23 km, 5 dei quali aperti ai turisti. Il fantastico itinerario attraverso caverne, gallerie e cunicoli ricchi di concrezioni calcaree, stalattiti e stalagmiti, è parzialmente coperto da un trenino elettrico lungo circa 2 km. Le acque sotterranee offrono asilo all’unico animale residente, un anfibio cieco, il proteus anguinus o “pesce umano”.
Le Grotte di San Canziano (in sloveno Skocjanske jame) si trovano15 km da Trieste, a 323 m nel Carso triestino. Il complesso presenta numerose grotte carsiche, collegate tra loro da ponti naturali e tunnel, ed è attraversato dal fiume Timavo (in sloveno Reka) che si inabissa progressivamente con varie cascate fino a scomparire in un sifone. Per le interessanti concrezioni calcaree, le grotte erano note già in epoca romana e oggi sono state inserite dall’UNESCO fra i Patrimoni mondiali dell’umanità.
Unica nel suo genere e molto interessante è la visita alla scuola equestre di Lipizza (in sloveno Lipica), piccolo centro alle spalle di Trieste, dove vengono allevati e addestrati i famosi cavalli purosangue lipizzani in una scuderia fondata nel 1580 dall’arciduca austriaco Carlo II. Lipizza offre anche un centro sportivo moderno con due alberghi a tre stelle, un’arena coperta per equitazione, piscina, sauna, centro fitness, casinò e campo da golf. Sono a disposizione dei visitatori cavalli e corsi a tutti i livelli.
Kranjska Gora, a pochi chilometri dal confine italiano, è conosciuta come stazione per gli sport invernali. Ricca di piccoli pub, bar, negozi ben forniti, alberghi e ristoranti di qualità, è meta ideale per le vacanze sia estive sia invernali.
La pianura centro orientale, dove si trova la capitale Lubiana, ha un clima di tipo continentale, con estati calde e inverni freddi. Le precipitazioni, più concentrate nelle stagioni intermedie, vanno diminuendo man mano che ci si sposta verso nordest. In estate sono frequenti i temporali pomeridiani. In inverno possiamo avere nevicate anche intense, con una media di 40 giorni annui.
Le montagne della Slovenia, hanno un clima di tipo alpino con inverni freddi e lunghi ed estati fresche. In inverno, la media è di 100 giorni di neve, che spesso rimane fino a tarda primavera. In estate, ci sono invece frequenti rovesci e temporali.
La temperatura media annua sul litorale adriatico è di 13,8 °C, con una media del mese più freddo, gennaio, di 4,9 °C e del mese più caldo, luglio, di 23,3 °C; a Lubiana, situata a quasi 400 metri di quota nella zona centrale, tali valori scendono rispettivamente a 9,3 °C per la media annua, -1,1 °C per la media di gennaio e 19,2 °C per la media di luglio. Le precipitazioni sono variabili, con valori di circa 1 000 mm sulla costa, 800 mm nel sud-est e 1 400 mm nella Slovenia centrale; lungo l’arco alpino, nelle zone orograficamente meglio esposte alle correnti umide, si possono raggiungere anche i 3 500 mm.
Passaporto o carta d’identità valida per l’espatrio. E’ necessario viaggiare con uno dei due documenti in corso di validità.
Patente italiana. Si ricorda che per transitare su tutte le strade a scorrimento veloce del Paese (autostrade, superstrade, tangenziali) è obbligatorio acquistare la “vignetta” (contrassegno adesivo), che deve essere incollata sul parabrezza anteriore, prima dell’ingresso in Slovenia. In Italia la vignetta è in vendita presso le stazioni di servizio e le tabaccherie in prossimità del confine con la Slovenia.
La storia del territorio dell’attuale Slovenia e quella del popolo sloveno si intrecciano con le vicende delle potenze vicine nel corso dei secoli. Lo sviluppo nel tempo della storia slovena si segue più correttamente facendo riferimento alle sue province storiche: la Carniola al centro, la porzione meridionale della Stiria ad oriente, e l’area alpino-litoranea ad ovest. Durante l’Impero romano, il territorio dell’odierno Stato era suddiviso fra la regione della Venetia et Histria ad occidente, e la provincia della Pannonia ad oriente, separate una linea di confine lungo le Alpi Giulie ed il Carso che ritornerà più volte nella vicenda storica. Dopo la caduta dell’Impero, il paese entrò a far parte del regno di Odoacre e poi di quello ostrogoto, mentre nel VI secolo si insediarono nell’area le genti slave, cui si possono ricondurre gli attuali sloveni. Nell’VIII secolo la zona passò sotto il dominio dei Franchi e nel 788 la Carniola fu cristianizzata dal Patriarcato di Aquileia. Sotto Carlo Magno, la Carniola fece parte della Marca del Friuli, ma poi divenne un margraviato autonomo, governato da un margravio di etnia slava con sede a Kranj, soggetto ai duchi di Carinzia. L’area occidentale alpino-litoranea invece continuò a far parte del Friuli storico. Nel X secolo diverse cittadine e vallate della zona furono aggregate, seppur distanti, a Principati vescovili dell’area tedesca, mentre nel 1071 anche la Carniola fu sottoposta alla giurisdizione secolare dei Patriarchi di Aquileia. Questi la diedero in feudo alla casata di Babenberg, iniziando così il legame storico e statuale fra la Slovenia e l’Austria. Nel 1245, Federico II di Babenberg, duca d’Austria e di Stiria, ottenne il titolo di Ducato anche alla Carniola. Nel 1278 la città di Capodistria e la zona costiera istriana a lei vicina, fino a quel momento appartenuta al Patriarcato, si unì alla Repubblica di Venezia. Seguì un periodo di governo della casa di Carinzia e Tirolo, che erano già signori anche dell’area di Gorizia, ma alla morte di Enrico di Carinzia e Tirolo nel 1335 la Carinzia, la Carniola, la Stiria ed altri possedimenti furono assegnati dall’Imperatore Ludovico il Bavaro ad Otto IV d’Asburgo. Dal 1335 pertanto iniziò il lungo periodo di dominio asburgico dell’attuale Slovenia, terminato solo dopo sei secoli nel 1918. Dopo i rivolgimenti ed i continui mutamenti di confini nell’età napoleonica, l’età della Restaurazione vide sancita l’annessione all’Impero d’Austria anche delle terre che erano state della Repubblica di Venezia, fra cui Capodistria ed il litorale istriano. Dopo la Prima guerra mondiale e la caduta dell’Impero austro-ungarico, la maggior parte dell’attuale Slovenia entrò nel neonato Regno di Jugoslavia (“Regno dei serbi, dei croati e degli sloveni”); mentre un’altra parte, corrispondente alla Valle dell’Isonzo, alle zone di Idria e di Postumia ed alla parte carsico-istriana, dove pure era presente anche una popolazione d’etnia slovena (minoritaria lungo le coste e nei centri maggiori, maggioritaria nell’interno), fu attribuita al Regno d’Italia. Durante la Seconda guerra mondiale la Jugoslavia venne dissolta, e nel 1941 la Slovenia fu spartita fra l’Italia (con la creazione della Provincia di Lubiana), la Germania e l’Ungheria. In quello stesso periodo, la popolazione tedesca dell’isola linguistica di Gottschee fu in larga parte espulsa, e l’area ripopolata con sloveni provenienti dalla zona sotto occupazione ungherese. Dal settembre 1943 anche la zona precedentemente annessa dall’Italia fu occupata dal Terzo Reich, e divenne parte della Zona d’operazioni del Litorale adriatico. Alla fine della guerra, nel 1947, la Slovenia, divenuta repubblica federata alla Jugoslavia socialista, ottenne buona parte delle terre italiane conquistate dalle formazioni slavo-comuniste di Tito, che erano state svuotate della cospicua popolazione autoctona italiana mediante l’esodo giuliano-dalmata, espandendosi fino all’Isonzo, nel Carso ed inglobando la gran parte delle Alpi Giulie. Nel 1954, con la soppressione del Territorio libero di Trieste, la Slovenia jugoslava annesse la porzione settentrionale della Zona B, corrispondente alla città di Capodistria ed ai suoi dintorni, guadagnandosi così la sponda meridionale del golfo di Trieste ed uno sbocco sul Mare Adriatico. Il confine meridionale con la Croazia fu fissato invece lungo il torrente Dragogna. Il 25 giugno 1991 la Slovenia dichiara l’indipendenza dalla Jugoslavia, e vince la successiva Guerra dei dieci giorni riuscendo così ad ottenere il riconoscimento della propria sovranità. Il Paese riuscì poi a non essere coinvolto nella Guerra civile jugoslava. Con l’indipendenza inizia un riavvicinamento della nazione al contesto storico-politico dell’Europa Centrale, nel quale si era svolta gran parte della sua storia. Nel 2004 la Slovenia entra a far parte dell’Unione Europea e della NATO, e nel 2007 adotta l’euro come propria moneta
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