Russia

Bandiera Russia

Capitale Mosca 
Abitanti 143.000.000
Estensione  Kmq 17.075.400 
Valuta Rublo russo    RUB 72,337=1€
Fuso orario Ci sono 11 fusi orari
Kaliningrad: +1 ora rispetto all’Italia da ottobre a marzo, nessuna differenza oraria quando in Italia vige l’ora legale;
Mosca: +2 ore rispetto all’Italia, +1 ora quando in Italia è in vigore l’ora legale (marzo-ottobre);
Samara: +3 ore e +2 ore;
Yekaterinburg: +4 ore e +3 ore;
Omsk: +5 ore e +4 ore;
Krasnoyarsk: +6 ore e +5 ore;
Irkutsk: +7 ore e +6 ore;
Yakutsk: +8 ore e +7 ore;
Vladivostok: +9 ore e +8 ore;
Srednekolymsk: +10 ore e +9 ore
Elettricità  220 V, presa CF
Lingua Russo
Aeroporti  Mosca MOW DME SVO VKO, San Pietroburgo LED, Yekaterinburg SVX, Novosibirsk OVB, Sochi AER, Rostov sul Don ROV, Krasnodar KRR, Khabarovsk KHV, Vladivostok VVO, Samara KUF, Ufa UFA, Tyumen TJM, Krasnoyarsk KJA, Kaliningrad KGD, Kazan KZN, Irkutsk IKT, Chelyabinsk CEK, Surgut SGC, Perm PEE, Novgorod GOJ, Volgograd VOG

Città principali

Mosca: (in russo Moskva), la capitale della Federazione, sorge nel bassopiano Sarmatico, quasi al centro geografico della Russia europea; si estende per 885 kmq (di cui quasi un terzo riservato a verde) sulle rive del fiume Moscova; caratterizzata dalla vastità non comune di numerose strade e piazze, si irradia a zone concentriche, delimitate da ampi viali, intorno al Cremlino ed è divisa in ventinove sobborghi, circoscritti da un anello autostradale lungo 109 km.

Con oltre sessanta teatri, cento musei, settantacinque istituti di istruzione superiore e più di 4.000 biblioteche, resta oggi una delle maggiori città d’arte e uno dei principali centri culturali del mondo. La storia della città, strettamente legata a quella dell’URSS, è ancora ben visibile: basti citare il Cremlino, la Piazza Rossa e il Mausoleo di Lenin. Oggi, con San Pietroburgo, è il centro della vita economica e politica del Paese, e ciò la rende molto attiva e vitale. Ma è anche l’esempio delle contraddizioni che segnano la nuova Russia, per cui è facile incontrare accanto all’ostentata ricchezza dei nuovi ricchi, situazioni di indigenza spesso tragiche.

Il cuore di Mosca è la Piazza Rossa (Krasnaja Ploscad), l’antico e importante centro politico, commerciale e religioso della capitale, su cui si affacciano il Cremlino, la cattedrale di San Basilio e il mausoleo di Lenin. Il Cremlino sorse nel XII secolo come cittadella-fortezza: quando Ivan III iniziò la trasformazione dei più importanti edifici lignei di Mosca in nuove strutture in pietra o in mattoni, le maggiori realizzazioni si ebbero nel Cremlino, con la serie di cattedrali sorte nella Ploscad Sorbonaja (piazza delle Cattedrali) tra la seconda metà del XV secolo e l’inizio del XVI, epoca in cui furono chiamati a operare a Mosca alcuni importanti esponenti dell’architettura italiana, che vi introdussero il gusto rinascimentale.

Nella piazza delle Cattedrali sorgono le chiese della Dormizione e dell’Annunciazione, la cattedrale dell’Arcangelo Michele e il Palazzo a Faccette (Granovitaja Palata). Nel Cremlino si trovano poi altri monumenti di epoca successiva: il campanile di Ivan il Grande, il Palazzo dei Patriarchi con la chiesa dei Dodici Apostoli (seconda metà secolo XVII), il Palazzo Terem.

Moltissimi gli edifici civili e religiosi di prestigio anche fuori del Cremlino. Al XVI secolo risalgono la cattedrale della Vergine di Smolensk, a cinque cupole e decorata con importanti affreschi, la chiesa dell’Ascensione a Kolomenskoe e la bellissima chiesa di San Basilio, costituita da nove chiese-torri che adorna la Piazza Rossa, con il suggestivo effetto orientaleggiante delle cupole vivacemente decorate. Sotto Pietro il Grande Mosca ebbe nuovo impulso: ai secoli XVII e XVIII risalgono le chiese della Trinità, della Natività, di San Nicola, della Resurrezione, della Trinità a Troickoe-Lykovo, dell’Arcangelo Gabriele e di S. Clemente; i complessi monastici di Novodevicij e di Pietro il Grande; il Palazzo Lefortovskij; l’Arsenale del Cremlino; la Casa Apraksin. Allo stile del classicismo francese e del neoclassicismo italiano sono improntate le elaborazioni architettoniche della seconda metà del Settecento, come la Casa Paskov, che divenne poi sede del Soviet Supremo nel Cremlino, l’università, la chiesa del Metropolita Filippo e il Palazzo Petrovskij.

Un nuovo e unitario aspetto assunse la città nel 1825, a soli tredici anni dalla distruzione napoleonica. Principali edifici di questo rinnovamento furono il teatro Bolsoj, la Casa Stanickoj, il Patronato, i mercati generali. Nel 1889-93 sulla Piazza Rossa sorsero i grandi magazzini, i GUM. Non mancano a Mosca anche gli esempi di architettura del primo Novecento, ispirata allo stile dell’Art Nouveau (stazioni di Jaroslal e di Kazan). Del 1926 è il mausoleo di Lenin nella Piazza Rossa.

Grandiosi i musei di Mosca. Il Museo Puskin è sicuramente il più importante e raccoglie opere d’arte di tutto il mondo: numerosi sono i dipinti antichi di scuola italiana (Botticelli, Perugino), spagnola (Ribera, Murillo), fiamminga e olandese (Rubens, van Dyck, Rembrandt) e francese (Watteau, David, Corot); notevole è inoltre la collezione di pittura impressionista e postimpressionista (Renoir, Cézanne, Gauguin fino a Matisse e Picasso). Ed è qui che nel 1996 sono stati per la prima volta esposti i tesori artistici trafugati alla Germania nazista dopo l’ultimo conflitto mondiale, tra cui il cosiddetto tesoro di Priamo, fino ad allora conservato nei depositi. Tra gli altri numerosi musei della città si ricordano la Galleria Tretjakov, dedicata all’arte russa (dalle icone dei secoli XVII- XVIII alla pittura dei maestri moderni quali Kandinskij e Malevic); il Museo Rublev con le opere del pittore; il museo delle civiltà orientali; i tre musei di architettura; il museo della storia e costruzione di Mosca; il museo delle arti decorative nel Palazzo delle Armi (Cremlino); il museo storico russo che, oltre a importanti collezioni preistoriche provenienti da tutto il territorio dell’ex URSS, possiede una raccolta di vasi greci, sculture ellenistiche e corredi funebri di tombe scitiche e sarmatiche; il museo della rivoluzione e infine il museo della ceramica, che documenta la storia della ceramica russa dai suoi inizi.

I teatri più importanti sono il Malyj Teatr (Piccolo Teatro), inaugurato nel 1824 e dedicato principalmente alla prosa, che fu la sede della grande tradizione realistica russa dell’Ottocento, e il Bolsoj Teatr (Grande Teatro) che si aprì l’anno dopo e che divenne la più prestigiosa sede dell’opera e del balletto. Dal 1959 propone il Festival Cinematografico Biennale.

Per muoversi attraverso Mosca conviene utilizzare la metropolitana che, oltre a essere molto comoda, è essa stessa un monumento. Il complesso sistema di comunicazioni sotterranee è infatti il risultato dell’unione di una perfetta tecnologia con un’arte raffinata, per cui la metropolitana moscovita è considerata, non senza ragione, una delle più belle del mondo: le sue stazioni assomigliano agli interni di meravigliosi palazzi.

SuzdalVladimirRostovTaroslavlPereslavI Zalesski,Kostroma e Sergiev Posad (ex Zagorsk): città medioevali che circondano Mosca a nord-est con un anello d’oro di opere d’arte e di tesori. Immerse in un paesaggio agreste di prati e boschi, sono così ricche di edifici religiosi da essere definite le città sante della Russia.

Novgorod: circa 150 km a sud di San Pietroburgo, sorse nel nono secolo e fu tra l’XI e il XVI secolo, quando era chiamata la grande Novgorod, uno dei luoghi più innovativi per le arti, la politica e la cultura in generale in Russia. Gravemente danneggiata durante l’ultima guerra, è stata ricostruita sul precedente impianto medievale. Il Cremlino di Novgorod racchiude al suo interno la cattedrale bizantina di Santa Sofia (1045-50), a cinque navate e altrettante cupole sobriamente decorate, e il museo di arte e storia, con un’importante collezione di icone della locale scuola pittorica, ispirata alla tradizione raffinata e aulica della pittura bizantina. Altro luogo di estremo interesse è la piazza Yaroslav, con la chiesa del Nostro Redentore, uno dei monumenti più importanti di tutta la Russia.

San Pietroburgo: (in russo Sankt-Peterburg; fino al 1914 Pietroburgo o San Pietroburgo; dal 1914 al 1924 Pietrogrado; dal 1924 al 1991 Leningrado) è situata alla foce della Neva nel golfo di Finlandia (mar Baltico), su di un centinaio di isole, divise da canali e collegate da oltre seicento ponti.

I quartieri industriali e residenziali si estendono ad anello intorno al nucleo monumentale.

Fondata nel 1703 dallo zar Pietro I il Grande per dotare la Russia moscovita di uno sbocco sul mare, favorita da un clima che la vicinanza del mare rende relativamente mite, San Pietroburgo è diventata una delle città più belle d’Europa, cui hanno lavorato grandi architetti svizzeri, francesi, tedeschi e italiani (M. Fontana, N. Michetti e G. Chiaveri, ma sopra tutti B. F. Rastrelli, che diffuse uno stile rococò colorito e fastoso a partire dal Palazzo d’Inverno, e G. Quarenghi, attivo per Caterina II, cui si devono l’Accademia delle Scienze e il teatro dell’Ermitage).

Il centro storico, le regge che vi si affacciano, i numerosi palazzi e le chiese in stile barocco e neoclassico hanno fatto sì che anche a San Pietroburgo venisse attribuito l’appellativo di Venezia dei Nord. Cuore della città è la Piazza del Palazzo (Dvorcovaja Ploscad), nel cui centro si erge la Colonna Alessandrina, il più grande obelisco del mondo moderno. Lungo la riva della Neva sorge il neoclassico Palazzo dell’Ammiragliato. La grande cattedrale di Sant’Isacco, con la sua cupola dorata, si erge dietro i palazzi in granito rosso e marmo grigio che si affacciano lungo la Neva: oggi adibita a museo, fu eretta per volere di Alessandro I a imitazione sia dal Pantheon sia di San Pietro. Dal Palazzo dell’Ammiragliato si dipartono a ventaglio tre assi viari (le tre celebri Prospettive); a est la Prospettiva Nevskij conduce alla Lavra Aleksandr Nevskij con la cattedrale della Trinità. Durante la bella stagione non è raro vedervi accampati con tavoli da pic-nic gruppi di famiglie finlandesi che approfittano dei rapidi collegamenti marittimi fra la Russia e la Finlandia per trascorrere economici fine settimana a San Pietroburgo.

Bellissimi i parchi, sia all’interno della città sia negli immediati dintorni: i Giardini d’Estate e il parco di Peterhof sono ornati di padiglioni cinesi, statue e fontane.

Da non perdere l’Ermitage, uno dei più grandi e famosi musei del mondo. Nato come prolungamento del Palazzo d’Inverno per ospitare le collezioni di Caterina II, fu in seguito continuamente ampliato sia nelle strutture sia nell’acquisizione di capolavori da tutto il mondo e di tutte le epoche: oggi vi sono custodite circa tre milioni di opere, tra cui capolavori di Raffaello, Leonardo, Caravaggio, Tiziano, Monet, Van Gogh, esposti lungo un percorso di 22 km.

Tra gli altri musei si ricordano il museo russo, dedicato all’arte russa, il museo storico, il museo di etnografia dei popoli dell’URSS, il museo di antropologia e di etnografia Pietro il Grande e il museo della ricerca scientifica dell’Accademia.

Vladivostok: capolinea orientale della ferrovia Transiberiana, sorge sulla penisola Muravjev-Amurski, che si protende nel mar del Giappone tra le baie dell’Amur e di Ussuri. Importante centro commerciale, dal 1958 fino al 1990 rimase completamente chiusa per motivi di sicurezza militari e solo da pochi anni è accessibile ai turisti. Qualcuno paragona Vladivostok a San Francisco e, fatte le debite proporzioni, il confronto non è poi sbagliato. La città è infatti caratterizzata dalle molte colline che scendono al mare e dall’assoluta eterogeneità dei suoi abitanti. Una natura ancora incontaminata domina intorno alla città.

Luoghi di interesse

Lago Bajkal: si trova nella Siberia Meridionale, tra la province di Irkutsk e la Repubblica Autonoma dei Buriati. La zona è particolarmente suggestiva: la sua fauna selvatica con alcune specie endemiche, la flora e il paesaggio sono il residuo più importante delle foreste che anticamente ricoprivano l’Europa. Il lago è circondato da montagne e costeggiato da villaggi di casette di legno. Più grande del Belgio (31.500 kmq), ha 336 immissari e un solo emissario: l’Angara. Le sue acque sono cristalline, di un blu intenso ed estremamente pescose. Vi sorge una grande centrale idroelettrica che fu vanto dell’Unione Sovietica.

Lungo le rive del Bajkal, inoltre, numerose sorgenti di acque minerali hanno dato vita a centri termali.

La zona, dichiarata parco naturale, è ben attrezzata dal punto di vista turistico. I centri più importanti sono le città di Irkutsk, capitale dell’ambra, e di Ulan-Ude.

Transiberiana: offre l’occasione di visitare in modo originale questo immenso Paese. In sei giorni di viaggio si percorrono circa 9.300 km da Mosca a Vladivostok. I paesaggi che si possono osservare sono vari e in ogni caso sempre interessanti: dalle steppe alle foreste infinite e selvagge. La vita sul treno può risultare estremamente noiosa o, al contrario, affascinante: il tempo è scandito dalle soste nelle stazioni e dal treno stesso che per la settimana del viaggio è casa, ristorante e città.

Fiume Volga: con i suoi 3.531 km di lunghezza, è il più lungo d’Europa. Per la costanza della sua portata, la scarsissima pendenza del suo letto e la presenza di vari laghi artificiali ha grande importanza per la navigazione interna della Russia, pur essendo bloccato dai ghiacci da fine novembre a marzo nel suo basso corso e da metà novembre a fine aprile nel suo alto corso. Collega la regione di Mosca al mar Caspio, dove sfocia con un vastissimo delta, e a circa metà del suo percorso si congiunge con il fiume Don, offrendo così l’accesso anche al mar d’Azov. Percorrerlo è un altro modo per visitare i territori dell’antico popolo dei Tartari e città ricche di storia e di arte.

 

La Russia è essenzialmente divisa da nord a sud tra i seguenti climi:

– un clima polare o subpolare sulle coste settentrionali bagnate dal Mar Glaciale Artico, coperte dalla tundra;

– un clima temperato freddo, in gran parte della Siberia e nel nord della Russia europea, coperte dalla taiga, la foresta che domina il paesaggio russo;

– un clima continentale vero e proprio, con scarse precipitazioni, tipico della parte meridionale, dominata dalla steppa;

– un clima subtropicale umido, nel breve tratto costiero sul mar Nero.

Passaporto con validità residua di almeno 6 mesi al momento dell’arrivo nel Paese. VISTO da richiedere in anticipo. in loco” è impossibile regolarizzare la propria posizione nei confronti delle Autorità locali, con conseguente respingimento alla frontiera e ritorno in Italia a proprie spese e previo pagamento di una forte multa). I passeggeri in transito nel territorio della Federazione Russa con qualsiasi vettore aereo e aventi come destinazione finale la Bielorussia o il Kazakhstan, pur se muniti dei visti di ingresso per i rispettivi devono essere obbligatoriamente muniti di visto di transito per il territorio della Federazione Russa e ritirare e sdoganare il proprio bagaglio, anche se già etichettato per la destinazione finale del viaggio. Si segnala che per l’accesso alla Crimea – annessa alla Russia nel marzo 2014 con atto non riconosciuto dalla Comunità internazionale che la continua a considerare territorio ucraino – è necessario munirsi di visto d’ingresso russo.

Portare sempre con sé il passaporto ed il visto d’ingresso. Entro i primi 7 giorni lavorativi della permanenza in Russia, il passaporto deve essere vidimato dall’Ufficio del Servizio Federale di Immigrazione (UFMS, nuova denominazione del tradizionale OVIR), in base alla nuova procedura di registrazione degli stranieri.

Si consiglia di controllare che la data del volo di rientro in Italia sia fissata entro il periodo di validità del visto, in particolare è molto importante ricordare che il visto termina alle ore 24.00 dell’ultimo giorno di validità. Le Autorità russe applicano tassativamente tale scadenza e non consentono la partenza con aerei notturni che decollino anche solo poche ore dopo la scadenza del visto. Si raccomanda di controllare con la massima attenzione tale aspetto all’atto dell’acquisto ed emissione del biglietto aereo, vista la frequenza di tali casi ed il notevole disagio che da essi ne può derivare. Ottenere una proroga del visto o un visto di uscita dal Paese è complesso e comunque, oltre al pagamento di una multa, non può estendersi oltre i 3 giorni. In tal caso occorre comunque avvisare con il dovuto tempismo il Consolato Generale durante gli orari di apertura al fine del rilascio di apposita nota verbale per appoggiare la richiesta di prolungamento del visto. Per tali richieste sono competenti gli uffici territoriali del Ministero degli Esteri Russo. Vi sono punti consolari russi nei principali aeroporti locali, ma essi garantiscono un riscontro solo nei normali orari di Ufficio. Dal 14 gennaio 2007 è in vigore una nuova procedura per la registrazione dei cittadini stranieri che si recano temporaneamente in Russia, quale che sia il motivo del viaggio. La registrazione è effettuata a cura della persona fisica o giuridica russa che ha invitato il cittadino straniero, indicata nel visto alla penultima riga.  Essa consiste in una notifica all’Ufficio UFMS (Servizio Federale Immigrazione) che rilascia un talloncino di avvenuta registrazione. Durante il soggiorno, il talloncino costituisce la prova dell’avvenuta registrazione.  È consigliabile che il cittadino straniero invitato conservi con sé il talloncino per mostrarlo ad eventuali controlli. Il talloncino servirà infine alla stessa persona fisica/giuridica invitante per notificare la partenza dell’ospite straniero. L’invitante deve registrare l’arrivo dello straniero entro 7 giorni e notificarne la partenza entro 2 giorni (giorni lavorativi). Resta immutato per il cittadino straniero l’obbligo di compilare e presentare all’arrivo in frontiera russa la Carta di Immigrazione, consegnata durante il viaggio o disponibile in aeroporto, conservandone la ricevuta durante il soggiorno in Russia.  Sono previste nei confronti dei soggetti russi che invitano lo straniero ammende di importo elevato per omessa registrazione di arrivo o notifica di partenza.  Per gli stranieri, la mancata registrazione e l’omessa  notifica di partenza possono comportare problemi sia al momento della partenza che all’atto di un eventuale successivo reingresso in Russia.  Per quanto concerne i turisti, la registrazione resta a cura degli alberghi nei quali alloggiano.

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Abitato sin da epoche remote, nel 1° millennio a.C. il territorio dell’attuale Russia ospitava popolazioni di razza, lingua e cultura differenti, tra cui emersero in primo luogo gli Sciti e i Sarmati. Tra il 3° e il 9° secolo d.C. giunsero nel paese i Goti, gli Unni e quindi una serie di popolazioni slave che si stabilirono soprattutto in Ucraina e nelle regioni circostanti. Una svolta importante si ebbe nella seconda metà del 9° secolo, quando una popolazione scandinava, i Variaghi, detti anche Rus´ (da cui il nome Russia), fondò con Rjurik il primo nucleo dello Stato russo attorno alla regione di Novgorod. Da questo nucleo, attraverso ulteriori ampliamenti, nacque, sotto i successori di Rjurik, la Russia di Kiev, che fu cristianizzata secondo il rito greco-ortodosso e che nella seconda metà dell’11° secolo subì un processo di profonda frammentazione politica. Nella prima metà del 13° secolo la Russia fu invasa dai Tartari, di religione islamica, che diedero vita all’Impero dell’Orda d’oro, sottomettendo i principati slavi della regione.Lo Stato russo riemerse alla fine del 15° secolo intorno al granducato di Moscovia, che, sotto la guida di Ivan III il Grande (1462-1505), si emancipò dal dominio tartaro. Ivan consolidò lo Stato e il potere della corona, sottomettendo la nobiltà e unificando il potere politico e quello religioso. Egli avviò un processo di espansione che proseguì con Ivan il Terribile (1530-84). Questi assunse nel 1547 il titolo di zar («imperatore») e continuò ad accentrare il potere nelle mani della monarchia reprimendo spietatamente le tendenze centrifughe della nobiltà. Dopo il regno di Boris Godunov (1598-1605), il paese entrò nell’età dei torbidi: una fase di crisi del potere centrale, di anarchia e di rivolte contadine, che fu segnata anche dall’invasione del territorio da parte di Polacchi e Svedesi. Questa fase si chiuse con l’ascesa al potere dello zar Michele III (1613-45), che diede inizio alla dinastia dei Romanov, destinata a governare la Russia fino al 1917.

Una svolta decisiva nella storia della Russia si ebbe negli anni dello zar Pietro il Grande (1689-1725). Per rafforzare il paese, soprattutto sul piano militare, egli diede infatti avvio a un processo di modernizzazione ispirato ai modelli, alla scienza e alle tecniche dell’Europa occidentale, introducendo riforme politiche e amministrative che colpirono la potenza politica dell’aristocrazia e della stessa Chiesa ortodossa a tutto vantaggio dei poteri assoluti dello zar. Questo sforzo imponente di occidentalizzazione – che toccò anche rilevanti aspetti della vita culturale del paese in opposizione alle vecchie tradizioni russe – fu accompagnato da un inasprimento dello sfruttamento dei contadini, che si trovarono completamente sottomessi a un’aristocrazia più debole sul piano politico ma pur sempre dotata di enormi poteri sociali. Grazie alla modernizzazione dell’esercito e alla costruzione della flotta militare, la Russia riuscì a espandere la propria potenza ai danni dei Turchi e degli Svedesi, diventando un attore decisivo della politica europea. Dopo la morte di Pietro, queste riforme furono progressivamente smantellate e la nobiltà riprese gran parte dei suoi tradizionali poteri. Con Caterina II di Russia (1762-96), che si ispirò ai principi del dispotismo illuminato, la corona tornò a consolidare le proprie prerogative, ma crebbero al tempo stesso i poteri e i privilegi delle classi aristocratiche, specie sui contadini ridotti in servaggio. Il malcontento popolare sfociò in rivolte contadine, la più rilevante delle quali fu quella guidata dal comandante cosacco Emal´jan Pugacëv (1773-75). Sul piano della politica estera, la Russia allargò ulteriormente le proprie frontiere grazie alle spartizioni della Polonia e a nuovi scontri con i Turchi. Caterina morì poco dopo la Rivoluzione francese, al principio dell’era napoleonica. Negli anni immediatamente successivi, con Paolo I (1796-1801) e poi soprattutto con Alessandro I (1801-25), la Russia, insieme alla Gran Bretagna, fu il principale avversario di Napoleone, al quale, dopo alterne vicende, inflisse una pesantissima sconfitta nel 1812, contribuendo in modo decisivo alla sua caduta.

Dopo la caduta di Napoleone, la Russia fu una delle principali protagoniste della politica europea. Essa giocò un ruolo importante al Congresso di Vienna (1814-15), ottenendo tra l’altro la Polonia. Insieme a Prussia e Austria, inoltre, diede vita alla Santa alleanza, che ebbe una funzione essenziale nel vegliare sull’ordine internazionale della Restaurazione. Stato fortemente autocratico, la Russia rimase estranea ai moti e alle rivoluzioni che investirono l’Europa nella prima metà dell’Ottocento. L’unica eccezione fu il moto dei decabristi del 1825, che venne represso nel sangue dallo zar Nicola I (1825-55) appena insediatosi al potere. Per il resto, in occasione sia della rivolta polacca del 1830-31 sia delle rivoluzioni del 1848-49 in Europa centrale, essa agì come guardiano della reazione. Una svolta importante nella storia della Russia si verificò con la guerra di Crimea (1853-56) contro i Turchi, la Gran Bretagna, la Francia e il Piemonte. In questo conflitto, infatti, la Russia mostrò tutta la sua debolezza e, sconfitta, ripiegò su sé stessa. Si aprì allora un ampio dibattito tra occidentalisti e slavofili, cioè tra chi voleva introdurre riforme di stampo occidentale e chi invece si opponeva a questa prospettiva in nome delle peculiarità della civiltà russa. Gli stessi vertici del potere zarista, a partire dallo zar Alessandro II (1855-81), compresero che era necessario avviare un processo di modernizzazione per superare la strutturale arretratezza dell’Impero. Il principale risultato di questa svolta fu, nel 1861, l’abolizione della servitù della gleba. Si trattò tuttavia di una misura insufficiente, che non riuscì a risolvere i problemi dei contadini e dello sviluppo di una moderna economia.

Negli anni successivi la Russia, che continuò a espandersi soprattutto in Oriente, vide crescere un significativo movimento di opposizione, il populismo, che col tempo diede luogo a forme di lotta politica di tipo terroristico. Lo stesso Alessandro II cadde vittima, nel 1881, di un attentato. Seguì un periodo di reazione che si protrasse durante i regni di Alessandro III (1881-94) e di Nicola II (1894-1917), l’ultimo zar. In questi anni prese avvio, in alcune regioni del paese, un accentuato processo di industrializzazione, che trasse impulso soprattutto dallo Stato e dai capitali stranieri e che nello stesso tempo fece sorgere un moderno movimento operaio. Dopo la sconfitta subita nella guerra russo-giapponese (1904-05) scoppiò la prima rivoluzione russa. Lo zar dovette concedere una costituzione e si formò un parlamento – la Duma – i cui poteri furono però progressivamente limitati. In questo contesto, nonostante alcuni rilevanti tentativi di riforma agraria, acquisirono consistenza importanti gruppi rivoluzionari, tra cui i socialrivoluzionari e i socialdemocratici, che già nel 1902-03 si erano divisi tra menscevichi e bolscevichi. Queste forze divennero decisive durante la crisi che si venne a creare con la Prima guerra mondiale (1914-18), a cui la Russia partecipò in alleanza con Gran Bretagna e Francia, mostrando tutta la propria debolezza in una guerra moderna da condursi con immense risorse economiche e in primo luogo industriali.

Il 1917 fu un anno cruciale nella storia della Russia contemporanea. In quell’anno, infatti, ebbero luogo due rivoluzioni. La prima abbatté definitivamente il regime zarista. La seconda portò al potere i bolscevichi di Lenin e di Lev D. Trockij, che diedero vita a un regime comunista, posero fine alla partecipazione della Russia alla guerra e, instaurata una vera e propria dittatura, uscirono vincitori da una drammatica guerra civile che insanguinò il paese fino al 1921. Nel 1918 sorse la Repubblica socialista federativa sovietica russa e nel 1922 l’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche, di cui la Repubblica russa divenne il nucleo essenziale. Dopo la morte di Lenin (1924) e una fase convulsa di lotte per il potere, verso la fine degli anni Venti si affermò la leadership di Stalin, che introdusse un regime dittatoriale di tipo totalitario, finalizzato alla modernizzazione forzata del paese. Questo processo portò all’abolizione della proprietà privata, alla piena statalizzazione dei mezzi di produzione e all’introduzione di un’economia pianificata, diretta cioè dall’alto mediante piani quinquennali e completamente sottratta ai meccanismi del mercato. Tutto ciò rese possibile, nel contesto russo, una forte crescita economica, ma portò alla costruzione di un regime fondato sulla distruzione di ogni forma di opposizione, sul terrore e sui campi di concentramento (gulag), con enormi costi umani.

L’Unione Sovietica partecipò alla Seconda guerra mondiale dapprima insieme alla Germania nazista (1939-41) e poi, attaccata da Hitler, insieme alle potenze alleate (1941-45), dando un contributo essenziale alla sconfitta del Fürer. Dopo la guerra, essa divenne, insieme agli Stati Uniti, uno dei due attori fondamentali della politica mondiale, in un mondo diventato ormai bipolare. Questa posizione di preminenza – resa possibile dalla formazione di un ampio sistema di Stati satelliti nell’Europa centro-orientale e dalla creazione di un enorme arsenale nucleare – attraversò diverse fasi nel corso della cosiddetta guerra fredda, entrando poi in crisi tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta. Incapace di riformarsi all’interno dopo la morte di Stalin (1953), dominata prima da Nikita S. Chruščëv (1956-64) e poi da Leonid I. Breznev (1966-82), l’Unione Sovietica avviò un corso di riforme più profonde nell’epoca di Michail S. Gorbačëv (1985-91). Queste riforme permisero di avviare una nuova fase di distensione nelle relazioni internazionali. Esse, tuttavia, portarono anche al collasso del sistema sovietico. Da qui, tra il 1989 e il 1991, la caduta dei regimi comunisti nell’Europa centro-orientale e la dissoluzione della stessa Unione Sovietica.

Dopo la caduta del regime comunista, la Russia è diventata – ed è tuttora – il nucleo politico della Federazione russa, che a sua volta fa parte della Comunità degli Stati indipendenti, sorta sulle ceneri dell’Unione Sovietica. Dapprima sotto la leadership di Boris N. El´cin (1992-2000) e poi sotto quella di Vladimir Putin (dal 2000 in poi), la Russia ha avviato un difficile processo di transizione verso la democrazia e l’economia di mercato, confrontandosi al tempo stesso con le molteplici tensioni etniche, nazionalistiche e separatistiche che sono esplose all’interno della Federazione, in particolare in Cecenia, con la quale è tuttora in corso un grave conflitto. Pur avendo perduto la sua posizione di egemonia mondiale, la Russia costituisce ancora oggi, anche per il suo enorme arsenale nucleare, una grande potenza regionale che può influenzare con il suo peso gli equilibri complessivi della politica mondiale.

SCONSIGLIATE Repubbliche del Caucaso del Nord, del Daghestan, della Cecenia, dell’Inguscezia, e nei Distretti del Territorio di Stavropol prossimi al confine amministrativo con Daghestan e Cecenia.
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