Montenegro

Bandiera Montenegro

Capitale Podgorica 
Abitanti 631.490
Estensione  Kmq 13.812 
Valuta Euro
Fuso orario Nessuna differenza oraria con l’Italia
Elettricità 220 V, presa CF
Lingua Montenegrino, albanese, serbo, bosniaco, croato
Aeroporti  Podgorica TGD, Tivat TIV
Porti Bar Kotor (Cattaro),Herceg Novi,Budva

Podgorica: la capitale è città dallo stile architettonico moderno, attraversata da grandi viali. Sotto la città attuale si sono stratificati i precedenti insediamenti di Illiri e Romani. È attraversata da ben 5 fiumi, tra i quali il Moraca, tra i più belli e incontaminati d’Europa.

Cetinje : fondata nel 1482, è tanto ricca di patrimonio culturale da sembrare una città-museo. Oggi è uno dei centri turistici più importanti del Montenegro con i suoi musei, gallerie, archivi e accademie d’arte.

Le Bocche di Cattaro, che penetrano per 28 km la costa, sono il più grande fiordo del Mediterraneo. Circondata dal Parco Nazionale di Lovćen e Orjen, l’area comprende 12000 ettari, di cui 2600 ricoperti dalle acque del mare. Di origine medioevale, Kotor (Cattaro) è la città più importante della zona.

Risan, capoluogo della regione in tempi antichi, è un’affascinante cittadina che custodisce quasi il 70% del patrimonio artistico dell’intero Montenegro e, per questo motivo, è un sito sotto la protezione dell’UNESCO.

Herceg Novi è città marinara per eccellenza, caratterizzata dalla presenza di moltissime specie di alberi esotici, portati in patria dai marinai.

Uno dei più importanti monumenti del Paese è il complesso monastico di Savina, situato in una vasta foresta a est della città. E’ composto di tre chiese: la piccola chiesa, la più antica, risale al 1030.

Il lago di Skadar è il più grande lago dei Balcani e uno dei più importanti luoghi in Europa per il birdwatching, con più di 270 specie di uccelli. Ma non solo: attorno al lago infatti giacciono decine di monasteri, chiese e fortezze tutte da scoprire

Parco Nazionale del lago di Scutari:. con la sua superficie che, a seconda della stagione, varia da 370 a 530 chilometri quadrati, il Lago di Scutari è la più grande superficie d’acqua dolce nei Balcani. Per la posizione geografica e le caratteristiche del clima submediterraneo, d’inverno il lago è uno dei più importanti habitat per gli uccelli palustri in Europa. Il lago ospita 280 specie di volatili, e il simbolo del Parco nazionale è una rara specie di pellicano riccio.

Crno  jezero: ad un’altitudine di 1.442 metri sopra il livello del mare, al confine con la Jezerska površ, a soli due chilometri e mezzo dal centro di Žabljak, si trova il Lago nero, che è di una bellezza straordinaria ed ha una vita insolita. Ad un’altitudine di 1.442 metri sopra il livello del mare, al confine con la Jezerska površ, a soli due chilometri e mezzo dal centro di Žabljak, si trova il Lago nero, che è di una bellezza straordinaria ed ha una vita insolita. Tanti viaggiatori, scrittori, ricercatori, scienziati hanno sentito la necessità di descrivere la splendida superficie di questo lago, il suo colore verde scuro, quasi nero per la sua profondità e per la foresta che lo circonda, la fitta foresta di abeti, pini con muschio e le foreste di mirtilli, come anche le rocce del monte Međed che sembra cha lo tengano in braccio. Monastero di Ostrog; è un monastero della Chiesa ortodossa serba posizionato contro una parete di roccia verticale sulla rupe di Ostroška Greda, da cui si domina la pianura di Bjelopavlići. È dedicato a San Basilio di Ostrog (Sveti Vasilije Ostroški). Il monastero ortodosso di Ostrog è uno dei più visitati nei Balcani. Credenti da ogni parte del mondo vi giungono in pellegrinaggio sia individualmente che in gruppo, rappresenta inoltre il punto di incontro di tre credi: l’ortodosso, il cattolico e il musulmano poiché anche i fedeli di questi ultimi due culti ammettono le proprietà guaritrici delle reliquie di San Basilio. Secondo i resoconti dei fedeli si sono infatti verificati alla presenza della salma del santo numerose guarigioni miracolose.

Tara: è un fiume che scorre in Montenegro e in Bosnia ed Erzegovina. Nasce dalla confluenza dell’Ospanica con il fiume Veruša sul monte Komovi, nelle Alpi Dinariche del Montenegro. La sua lunghezza complessiva è di 144 km, scorrendo per 110 km nel Montenegro e per i restanti 34 nella Bosnia ed Erzegovina; delimita il confine tra questi due paesi per diversi tratti. Il flusso del fiume è da sud verso nord/nord ovest e converge con il fiume Piva al confine tra Montenegro e Bosnia ed Erzegovina in mezzo ai villaggi di Šćepan Polje (Montenegro) e Hum (Bosnia ed Erzegovina), formando la Drina. Il fiume Tara attraversa l’omonima gola, il canyon più lungo dello stato balcanico e dell’Europa, secondo al mondo solo al Grand Canyon. Il canyon è patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO, ed è parte del Parco Nazionale Durmitor.

Parco nazionale di Biogradska Gora: è uno dei quattro parchi nazionali del Montenegro. Il nome deriva da quello della foresta omonima, una delle ultime foreste vergini d’Europa. Il parco è situato nel territorio del comune di Kolašin nella parte centrale del paese e più precisamente nell’area montuosa della Bjelasica tra i fiumi Tara e Lim.

Velika plaza: è la spiaggia sabbiosa più lunga del Montenegro. Essa infatti si estende per ben 12 km e si trova ad Ulcinj.

Sveti Nikola: è l’ escursione per eccellenza se si soggiorna a Budva. Comunemente chiamata come “Hawaii di Budva” l’ isola è raggiungibile via mare con una traversata di 10 minuti con barche private o i taxi boat in partenza tutti i giorni dalla marina di Budva. Sveti Nikola (San Nicola in italiano) presenta 3 spiagge di sabbia e molte insenature nascoste. Una parte dell’ isola è oggi privata, offre un nuovo ristorante e due spiagge attrezzate, è in programma inoltre la costruzione di un piccolo porto. Se hai deciso di trascorrere le tue vacanze a Budva, Sveti Nikola saprà offrirti una giornata di relax in spiaggia e bagni nelle acque cristalline.

Mentre sulla zona costiera prevale il clima mediterraneo, nelle terre interne, anche a piccola distanza dal mare, prevale il clima continentale. Le Alpi Dinariche (Orjen, Lovćen e Rumija) si innalzano già a partire dalla costa, e impediscono la penetrazione del clima mediterraneo nelle terre interne prossime al mare. Le temperature medie nella zona costiera in luglio sono tra 23,4 °C e 25,6 °C. Le estati sono solitamente lunghe e secche, mentre gli inverni sono brevi e miti. Nella valle del fiume Bojana ci sono ondate di calore intenso che giungono fino a Podgorica, rendendola la città più tiepida del Montenegro e una delle più calde dei Balcani. Nel Montenegro centrale, nelle regioni delle pianure di Zeta e Bjelopavlića, le temperature di luglio sono intorno ai 26,4 °C a Podgorica e 25,4 °C a Danilovgrad. Il massimo assoluto può talvolta raggiungere i 40 °C. La temperatura media di gennaio è di 5 °C, con un minimo assoluto di -10 °C. Nella regione delle alte montagne calcaree, il clima è tipicamente subalpino, con inverni freddi e nevosi ed estati miti. Mentre lungo la costa montenegrina e nel bacino del lago di Scutari la neve sono una rarità, sul Monte Durmitor possono avvenire precipitazioni nevose anche di 5 metri. Nelle parti settentrionali della nazione, e in particolare sulle alte montagne, a causa della bassa evaporazione, la neve resta per diversi mesi, e in alcuni luoghi anche per l’intero anno.

Passaporto o carta d’identità valida per l’espatrio per soggiorni turistici fino a 90 giorni. Per soggiorni superiori ai 90 giorni, è necessario recarsi alla stazione di Polizia più vicina per l’eventuale estensione, che deve essere motivata e supportata da valide argomentazioni. Se si alloggia privatamente, è obbligo del viaggiatore registrarsi presso il locale ufficio di Polizia, entro 48 ore dall’arrivo.

Nessuna.

Riconosciuta la patente italiana. Per la copertura assicurativa è sufficiente disporre della Carta Verde in corso di validità. All’automobilista che entra nel paese privo di Carta Verde sarà richiesto al confine di stipulare un’assicurazione montenegrina a breve termine al posto di frontiera. Si ricorda a chi guida un’auto non propria di avere una delega del proprietario con firma autenticata.

Anticamente popolato dagli Illiri e più tardi (sec. VII) da tribù slave dalla cui unione sorse il principato di Duklja (sec. IX), poi conosciuto col nome di Zeta, il Montenegro, vassallo dei Serbi (1215), fu poi sottomesso a Venezia (1421) e il suo territorio rimase, fino alla fine del sec. XV, l’unico dei Balcani da cui fossero assenti i Turchi che se ne impadronirono nel 1499. Quando i Turchi conquistarono i Balcani nel XV secolo, anche il Montenegro cadde sotto il loro dominio diretto, ad eccezione della parte costiera (denominata Albania veneta) che, dal 1420 al 1797, rimase stabilmente in mano alla Repubblica di Venezia, mantenendo anche legami e caratteristiche veneziane tuttora presenti. Alla fine del XVII secolo i Turchi subirono numerose sconfitte ad opera dell’Austria. L’indebolimento dell’Impero Ottomano permise al Montenegro di ottenere una certa autonomia. Divenne un paese tributario dell’Impero Ottomano governato dai propri principi-vescovi (che avevano il titolo di “vladica”). Questi vladica, per quanto riguarda la loro funzione religiosa, erano metropoliti dipendenti dal Patriarcato Serbo-Ortodosso. Da allora i vladica divennero ereditari nella dinastia Petrović Njegoš. Nel corso dell’Ottocento si ebbero varie guerre turco-montenegrine, attraverso le quali il piccolo Stato riuscì ad allargare i propri confini. Nel 1852 il vladica, sempre della dinastia Petrović Njegoš, rinunciò alla carica ecclesiastica, conservando il solo potere temporale, e prese il titolo di principe (“kniaz”). Durante il Congresso di Berlino del 1878, il paese ottenne il riconoscimento internazionale della sua indipendenza, a seguito della crisi dell’Est (1875-1878). E così il Principe poté far sposare sua figlia Elena all’erede al trono d’Italia, il futuro Vittorio Emanuele III. Nel 1905 fu concessa una Costituzione e nel 1906 lo Stato montenegrino per la prima volta batté moneta: i perperi di rame. Al culmine di questo processo di modernizzazione, il 28 agosto 1910, il principe Nicola Petrović Njegoš di Montenegro si autoproclamò re, fondando il Regno del Montenegro. Nel 1918 il Montenegro perse la sua indipendenza ed entrò a far parte del Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni. I montenegrini rimasti fedeli al re Nicola si ribellarono nel 1919, per poi essere vinti dall’esercito del nuovo Stato nel 1924. Nel 1941 durante l’occupazione italiana fu creato un nuovo Regno del Montenegro sotto il protettorato italiano. L’Assemblea Costituente montenegrina previde la nomina di un Reggente che non avvenne mai per la sopraggiunta insurrezione. Il Governo italiano nominò inizialmente Governatore civile del Montenegro l’ambasciatore Conte Serafino Mazzolini che fu poi Sottosegretario agli Esteri nella Repubblica di Salò. Mazzolini fu sostituito, dopo lo scoppio della rivolta, dal gen. Alessandro Pirzio Biroli come Governatore militare. Dal 1945 fece parte della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia, come una delle sei Repubbliche Federate. Nel referendum del 1992 con il 95,96% dei voti, la popolazione montenegrina decise di rimanere nella Federazione Jugoslava in cui era rimasta solo con la Serbia, sebbene l’affluenza alle urne fosse stata del 66% a causa del boicottaggio dell’etnia musulmana, delle minoranze cattoliche e degli indipendentisti. Questi sostenevano che la votazione fosse stata organizzata in condizioni non democratiche. Nel 1996, il governo di Milo Đukanović attenuò il legame tra Montenegro e Serbia. Le tensioni tra i due stati erano ancora critiche nonostante il cambio di politica di Belgrado. Il Montenegro formò la propria linea politica economica ed introdusse il marco tedesco come moneta corrente, come proposto al tempo dal ministro dell’economia. Il dinaro serbo non era usato nel Montenegro tranne che da turisti. Nel 2002, la Serbia ed il Montenegro arrivarono ad un nuovo accordo riguardante la cooperazione. Nel 2003, la Federazione Jugoslava venne ridefinita come “Serbia e Montenegro”. Lo status del Montenegro e, in particolare, la fine dell’unione con la Serbia sono stati decisi dal referendum sull’indipendenza del Montenegro del 21 maggio 2006, cui ha partecipato la percentuale dell’86,5% del corpo elettorale, cioè 419.240 votanti, a seguito del quale il 55,5% degli stessi, pari a 230.661 voti, si è espresso a favore dell’indipendenza del paese: si tratta dunque di una percentuale di poco superiore alla soglia del 55% concordata con l’Unione Europea per rendere valido il referendum; in valore assoluto la soglia minima necessaria è stata superata per soli 2300 voti. Di conseguenza, il Parlamento del Montenegro ha intrapreso le procedure legali per dichiarare l’indipendenza. L’iter si è chiuso il 3 giugno 2006 con la dichiarazione d’indipendenza, seguita e quindi confermata il giorno successivo da un analogo atto da parte della Serbia. Le autorità del Montenegro hanno subito intavolato delle trattative con la Serbia per risolvere i problemi legati alla separazione. La Serbia, gli Stati membri dell’Unione Europea ed i membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno immediatamente fatto capire che avrebbero riconosciuto l’indipendenza del Montenegro, rimuovendo gli ostacoli sulla strada della nascita del nuovo Stato sovrano. Il primo Paese ad aver riconosciuto l’indipendenza del Montenegro è stata l’Islanda, l’8 giugno 2006. Il 22 ottobre 2007 è stata promulgata ufficialmente la nuova Costituzione.

Le informazioni ivi contenute hanno puro carattere informativo, non si risponde di eventuali inesattezze e si invita a consultare gli aggiornamenti tramite le competenti autorità. Queste informazioni sono state realizzate attingendo: alla pagina dei tassi di cambio giornalieri comunicati dalla Banca d’Italia alla data del 31 dicembre 2014 per la valuta;  agli standard elettrici nel mondo pubblicati su Wikipedia per elettricità e prese;  alle informazioni inerenti capitale, abitanti, estensione, fuso orario, lingua,  documenti d’accesso, indicazioni sanitarie, patente automezzi, indicazioni speciali, contenute sul sito della Farnesina www.viaggiaresicuri.it nelle date comprese tra il 10 novembre e il 30 dicembre 2014.

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