Messico
Capitale Città del Messico
Abitanti 117.409.830
Estensione Kmq 1.972.550
Valuta Peso messicano MXN 17,8679=1€
Fuso orario Ci sono tre fusi orari: a Città del Messico, nell’Est e sull’altopiano (ora del Centro): -7h; negli Stati federali di Nayarit, Sinaloa, Sonora e Chihuahua (ora delle Montagne): -8h;nella Bassa California del Nord (ora del Pacifico): -9h. Le date dell’ora legale in Messico variano di qualche settimana rispetto a quelle adottate in Italia. Nello Stato di Sonora non si applica l’ora legale.
Elettricità 127 V, presa A–B
Lingua Spagnolo, lingue amerinde
Aeroporti Città del Messico MEX, Guadalajara GDL, Cancún CUN, Monterrey MTY, Tijuana TIJ, San José del Cabo SJD, Puerto Vallarta PVR, Mérida MID, Hermosillo HMO, Toluca TLC, Villahermosa VSA, Veracruz VER, León BJX, Chihuahua CUU, Tuxtla Gutiérrez TGZ, Acapulco ACA, La Paz LAP, Oaxaca OAX, Mexicali MXL, Huatulco HUX, Morelia MLM, Cozumel CZM
- Da visitare
- Il clima
- Documenti d'accesso
- Indicazioni sanitarie
- Patente automezzi
- Storia
- Indicazioni speciali
Città principali
Sede del governo e di tutte le amministrazioni, Città del Messico si trova a 2.240 m nella valle di Anàhuac, denominata anche ‘Alta valle del Messico’, ed è circondata da profili montuosi: la sua posizione è unica, ai piedi dei vulcani Popocatépetl e Iztaccihuatl che superano i 5000 m di altezza e sono ricoperti di neve.
Città del Messico è tra le metropoli più popolose del mondo; con più di 8 milioni di abitanti è una città enorme, con tutti i pregi e i difetti che ciò comporta.
Nel 1980 il governo proclamò Centro Historico de la Ciudad un’area di circa 15 kmq con 1436 edifici rappresentativi del periodo dal XVI al XIX secolo. L’area è limitata dal Paseo de la Reforma a ovest, dalla Calle Anfora a est, dalla Calle Bartolomé de la Reforma a nord e dalla Calle Josè Maria Izazaga a sud ed è considerata monumento nazionale. Tutto il lato est della piazza principale di Città del Messico è occupata dal Palacio Nacional, con la sua facciata lunga più di 200 m. e il patio centrale al primo piano con le pareti decorate con una delle più famose pitture murali di Diego Rivera, México a Traves de Los Siglos: su una superficie di 450 mq l’artista ha rappresentato, negli anni dal 1926 al 1945, la storia del Paese dall’antica epoca india fino al periodo successivo alla rivoluzione. Accanto al Palazzo Nazionale, sul lato nord, si erge la Cattedrale, uno degli edifici religiosi più grandi e antichi dell’emisfero occidentale. Sulla Calle Emiliano Zapata, prolungamento della Calle Moneda, si trova, sulla sinistra, la Iglesia de La Santissima: la facciata, opera di Lorenzo Rodriguez (1755-1789) è una tra le più belle della città, affiancata dal campanile a forma di tiara papale. Nella chiesa di San Pedro y Pablo è il Museo de la Luz (astronomia, foto, audiovisivi). Da non perdere il Museo Nacional de Antropologia, di vaste dimensioni, che conserva alcuni dei più preziosi reperti delle passate civiltà che hanno abitato l’America centrale.
Teotihuacàn conserva importanti resti di civiltà precolombiane. Già capitale dei Toltechi, la città ebbe il suo nome (che significa ‘luogo di dio’) dagli Aztechi quando la sottomisero. Il centro cerimoniale comprende numerosi edifici allineati ai lati del cosiddetto Viale della Morte, tra i quali le famosissime piramidi del Sole e della Luna. Nella parte bassa della città è situata la Cittadella, un vasto quadrilatero che racchiude per mezzo di alte piattaforme un cortile con al centro la piramide di Quetzalcoatl, ornata da bellissime sculture in pietra, raffiguranti il dio della pioggia Tlaloc e il serpente piumato che esce da una corolla di fiori.
Acapulco si trova sulla costa del Pacifico, ai piedi della Sierra Madre del Sud. Grande centro turistico di fama mondiale, si estende lungo l’omonima baia a forma di mezzaluna. Oltre alle sue bellezze paesaggistiche e ai suoi grandi alberghi, Acapulco offre ben poco da vedere. Nella piazza principale (Zocalo) si trova la Cattedrale in stile moresco-bizantino, costruita negli anni Trenta. La maggior parte dei grandi alberghi, ristoranti, locali notturni e negozi è allineata lungo l’Avenida Castera Miguel Aleman. Acapulco annovera più di venti spiagge tra qui Caleta e Caletilla, nella parte sudoccidentale della città, che offrono mare calmo e stupendi fondali. Di grande richiamo è lo spettacolo dei tuffatori che ogni giorno si lanciano dalla scogliera di La Quebrada, alta 40 m, nelle acque tra le rocce.
Cancún era fino agli anni ’70 un’isola sperduta all’estremità della penisola dello Yucatán, periodo in cui partì il progetto turistico che l’avrebbe trasformata in una capitale internazionale del turismo. Era formata da una duna a forma di sette, con alcuni tratti larghi solo 20 m, separata dalla terraferma da due stretti canali che collegavano il mare con un ampio sistema di lagune. Oggi è una metropoli di 628.000 abitanti e si divide in due aree: la parte continentale, dove sorge la vera e propria città, e l’Isla Cancun, l’isola lunga 22 chilometri su cui sorge la “zona hotelera”, delimitata dalla Laguna Nichupte e dal Mar dei Caraibi.
L’alta stagione va da dicembre ad aprile, periodo in cui i prezzi crescono a dismisura. Il periodo più conveniente per una vacanza è tra novembre e i primi giorni di dicembre, quando la stagione degli uragani è finita (va da luglio a novembre), il tempo è bello, ci sono meno turisti e i prezzi sono bassi. La temperatura media annuale è ideale: si aggira sui 27°C, con un lieve calo a gennaio e un periodo più afoso tra maggio e giugno, allietato comunque dalle brezze oceaniche.
Il mare è il punto di forza di Cancún: la striscia di spiaggia bianchissima è bagnata da acque cristalline di un turchese intenso. Accanto alla tintarella, qui si possono praticare tutti gli sport acquatici nelle migliori condizioni possibili: immersioni, snorkeling, pesca, windsurf, vela. C’è poi la possibilità unica di nuotare con i delfini e gli innocui squali balena.
La città è circondata da una fitta giungla dove lanciarsi in tour ecoturistici avventurosi. A sud di Cancún si trova un meraviglioso parco eco-archeologico, Xcaret, dove ammirare flora tropicale e fauna tipica della regione oltre a resti della civiltà Maya. Al suo interno si trovano una spiaggia, un sito archeologico, una casa delle farfalle, fiumi sotterranei in cui fare snorkeling, una serra di orchidee, un villaggio Maya e molto altro. Sono tanti i siti di grande pregio naturalistico da esplorare nella zona: Isla Mujeres, Isla Contoy, Puerto Morelos, Cozumel con le loro barriere coralline; le riserve della biosfera Chicchorro e Sian Ka’an; la Yum Balam Flora and Fauna Protected area.
Cancún è anche un punto di partenza ideale per visitare le zone archeologiche della regione. Tra questi, vale la pena di avventurarsi versi Chichén Itzá, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, un complesso archeologico maya le cui rovine si estendono su un’area di oltre 3 kmq. Questo sito archeologico racchiude le più sorprendenti testimonianze della civiltà maya, tra cui la celebre piramide a gradoni di Kukulcan, il Castillo, circondato da altre costruzioni imponenti come il Tempio dei Guerrieri con il gruppo delle Mille Colonne, o il Caracol, tempio astronomico a forma di chiocciola. Altri siti interessanti sono quelli di Cobá e Tulum.
Guadalajara, seconda città del Messico, si trova su una dolce collina nel fertile altopiano di Atemajac ed è nota per il suo clima temperato. Il suo lungo isolamento ha fatto sì che la capitale dello Stato del Jalisco conservasse il carattere di città europea senza negare le proprie tradizioni. I suoi abitanti, gli apatios, hanno saputo creare una piacevole località, con ampie avenidas, parchi curati e costruzioni piene di luce. Guadalajara è inoltre il centro della musica mariachi, dei giochi equestri (charreadas) e della danza popolare jarabe tapatio: l’essenza del folclore messicano. Il centro della città è formato da quattro piazze disposte a forma di croce, intorno alle quali si trovano gli edifici più importanti. Nella più bella delle quattro piazze, la Plaza de Armas, si innalza il Pacifico de Gobierno (1643-1774), una sontuosa costruzione in stile barocco decoratissima.
L’affascinante Oaxaca sorge quasi nel centro dell’omonimo Stato, in una valle ricoperta di vegetazione subtropicale e circondata dalle alte montagne della Sierra Madre Meridionale. La città presenta uno straordinario mélange di elementi indios e spagnoli. Lo Zocalo (Plaza de Armas o Plaza Central), con un bel padiglione per l’orchestra, vecchi alberi e portici, è il centro della vivace vita cittadina. Sul lato nordoccidentale della piazza si staglia la Cattedrale, la cui costruzione fu iniziata nel XVI secolo e terminata circa 200 anni dopo: da notare la tozza forma architettonica con due basse torri costruite per resistere al terremoto. L’originale orologio del campanile, in legno intagliato, fu donato alla chiesa dal re di Spagna. Il Museo Regional de Oaxaca espone oggetti religiosi e profani del periodo coloniale e collezioni archeologiche ed etnologiche sulle culture indie tra cui il tesoro mixteco in oro, giada, turchese e altre pietre, ritrovato nel 1932 nella tomba 7 di Monte Alban.
Tlaxcala è situata sull’altopiano messicano, nella Sierra Madre Oriental, ed è la capitale dell’omonimo Stato federale. La città fu un tempo teatro del processo di fusione tra spagnoli ed indios e della cristianizzazione del Messico; oggi sembra essersi fermata nel tempo. Nella Plaza de la Constitucion si trova il Municipio del 1550 (Palacio Municipal); gli archi delle finestre del secondo piano sono in un particolare stile indio-moresco. A circa 1,5 km si visiti uno degli più belli edifici sacri del Messico, la Basilica della Vergine di Ocotlan, opera dell’indio Francisco Miguel.
Zacatecas, una suggestiva città coloniale che è anche la capitale dell’omonimo Stato federale, si trova in una gola molto stretta dominata dalle colline di La Bufa, Mala Noche ed El Padre. La città è sempre stata nel corso dei secoli un importante centro per l’estrazione dell’argento. Oggi, con le sue antiche costruzioni e i vicoletti lastricati in pietra, è una delle più belle città coloniali del Messico. La Plaza Hidalgo è dominata dalla splendida Cattedrale, considerata da alcuni un perfetto esempio del churriguerismo messicano: la facciata riccamente decorata, è tipica dell’arte barocca spagnolo-messicana e vi si distinguono una raffigurazione di Cristo con i dodici apostoli, quattro padri della Chiesa intorno alla finestra del coro e, nella parte superiore, Cristo circondato da otto angeli che suonano degli strumenti musicali.
Luoghi di interesse
La piccola cittadina di rovine di Bonampak è situata vicino al Rio Lacanha nella zona orientale del Chiapas, tra una fitta vegetazione tropicale. La scoperta di questo sito, nel 1946, fu un avvenimento di risonanza mondiale, poiché furono trovate in un edificio magnifiche pitture murali che fanno luce, come ben pochi altri reperti, sulla vita e sulla mitologia dei Maya. Gli edifici più importanti si trovano su una collina a terrazze artificiali. Nei dintorni vivono le ultime famiglie dei Maya-Lacandon.
Uno dei siti archeologici più grandi e meglio restaurati del Messico è Chichen Itza, 116 km a est di Mérida. La località è stata considerata dai Maya luogo santo per più di 700 anni e in seguito, nell’XI e nel XII secolo, divenne centro politico e religioso quando il regno maya risorse sotto la dominazione tolteca. Nel gruppo settentrionale predomina lo stile tolteco, con statue di pietra di guerrieri in posizione eretta a sorreggere tetti e templi o altari. Il Castillo, alto 30 m, chiamato anche Piramide di Kukulkan, come quasi tutti gli edifici precolombiani segue rigorosamente criteri di costruzione astronomici e astrologici. A est del Castillo si trova il Tempio de los Guerreros, una splendida costruzione su una piattaforma a gradini, circondata da ampi portici. Il Gruppo delle Mille Colonne sta alla base del Tempio dei Guerrieri e potrebbe essere stato una piazza del mercato o un luogo di riunioni. A nord del Castillo si trova la Tomba del Chac-mool.
Sempre nella penisola dello Yucatan, ma a est, si trova Cancun, famosissima località balneare con belle spiagge da dove è possibile, raggiungere in battello Isla Mujeres con la sua barriera corallina o la più distante Isla Contoy che ospita una riserva ornitologica. La città in sè è una specie di enorme parco divertimenti per turisti.
La città di rovine di El Tajin, circondata da piantagioni di vaniglia, immersa nel verde tropicale di un paesaggio collinare dal clima caldo umido, conserva un’estesa area archeologica (circa 10 kmq), finora esplorata solo in piccola parte. È una delle località di scavi archeologici dell’era precolombiana più importanti del Messico.
Palenque
Edifici e decorazioni maya meravigliosi, custoditi dalla giungla: il più importante monumento risale al periodo fra il 600 e l’800 d.C., quando Palenque conobbe il periodo di massimo splendore: il Tempio delle Iscrizioni.
Il Messico è un paese con una gran diversità climatica. La posizione geografica del paese lo colloca in due zone ben distinte separate dal Tropico del Cancro. Questo parallelo potrebbe separare idealmente il paese in una regione tropicale e una regione temperata. Tuttavia, la topografia e la presenza degli oceani hanno una grande influenza nella formazione della mappa climatica messicana. In questo modo, in Messico, si possono trovare i climi freddi delle cime montane a poche centinaia di chilometri dai climi più caldi della piana costiera. I climi più estremi sono quello dello Stato di Chihuahua, dove si registrano temperature tra le più basse del paese che possono toccare i −20 °C, e quello del deserto di Sonora, dove talvolta si superano i 45 °C. Si presenta poi una regione dal clima caldo e piovoso lungo le pianure costiere del Golfo del Messico e del Pacifico. Questa regione presenta temperature comprese tra 15,6 °C e 40 °C. Un’altra regione dal clima caldo è quella compresa tra i 614 e gli 830 m sul livello del mare, dove le temperature variano tra 16,7 °C della media di gennaio e 21,1 °C di luglio. La regione fredda è quella compresa tra i 1 830 m sul livello del mare ed i 2 745 m. Un clima temperato semi-umido presenta temperature che variano tra i 10 ed i 20 °C, con precipitazioni non superiori ai 1 000 mm all’anno. Ad un’altitudine superiore ai 1 500 m, la presenza di questo ambiente dipende dalla latitudine della regione. In aree con tali condizioni meteorologiche, le gelate sono una costante che si verifica ogni anno. Un secondo tipo di clima è quello caldo-umido e caldo semi-umido. In aree con questo clima, piove durante l’estate o per tutto l’anno. La pioggia raggiungono i 1 500 mm annui con temperature medie tra i 24 ed i 26 °C. Le aree con questo clima si trovano prevalentemente lungo la piana costiera del Golfo del Messico, dell’oceano Pacifico, dell’Istmo di Tehuantepec, nel nord del Chiapas e nella penisola dello Yucatán. Il clima tropicale secco presenta varietà rispetto ai climi elencati in precedenza. Si localizza lungo le pendici della Sierra Madre Occidentale e Orientale, nei bacini superiori dei fiumi Balsas e Papaloapan, così come in alcune regioni dell’Istmo di Tehuantepec, della penisola dello Yucatán e dello Stato del Chiapas. Il clima tropicale secco è, quindi, quello che si presenta sulla regione più vasta tra i climi estremi caldi del Messico. Le zone temperate sono quelle regioni in cui la pioggia annuali sono inferiori ai 350 mm. La temperatura media annuale varia tra i 15 ed i 25 °C, e il tasso delle precipitazioni è altamente variabile. La maggior parte del territorio messicano che si trova a nord del Tropico del Cancro presenta queste caratteristiche. La stagione umida va da maggio a ottobre. In media piove 70 giorni all’anno. Il tono dominante, tuttavia, è la mancanza di precipitazioni in più parti del territorio, un dato di fatto connesso alle presenza di alte montagne che ostacolano l’avanzata delle nuvole cariche di pioggia e che fanno da cornice all’altopiano messicano. Nella zona temperate degli altopiani la media è 635 mm di pioggia all’anno. Nelle regioni più fredde, ad alta quota, si registrano tassi di 460 mm. Nell’area semidesertica a nord dell’altopiano messicano si registrano appena 254 mm di pioggia all’anno. In contrasto con l’aridità di questa regione (in cui si concentra l’80% della popolazione messicana), in alcune aree del paese si registrano quasi 1 000 mm di precipitazioni all’anno, con punte di 3 000 mm. Durante la stagione delle piogge lo Yucatan e le zone costiere che si affacciano sul Golfo del Messico possono essere interessate dagli uragani, soprattutto nel periodo agosto-ottobre, ma comunque la stagione degli uragani va da giugno a novembre. Gli uragani vengono da sud o da est, e a volte possono essere distruttivi.
Occorre, altresì, pagare una tassa aeroportuale, normalmente inclusa nel costo del biglietto aereo emesso in Italia, che è contraddistinta dalla sigla “UK”. In caso la tassa non fosse stata inclusa nel biglietto, occorre pagarla al momento di lasciare il Paese. L’importo ammonta a 210 pesos (circa 15 Euro). Esiste, inoltre, un’ulteriore tassa aeroportuale di circa 20 pesos (circa 1,5 Euro) per coloro che escono e rientrano nel Paese. Il pagamento deve essere effettuato presso lo sportello bancario dell’aeroporto dopo aver compilato un formulario presso gli uffici aeroportuali “Emigración”. Lo smarrimento del formulario (FMT) non prevede il pagamento di una multa se sul biglietto aereo è presente la sigla UK. In caso contrario, è previsto il pagamento di 412 pesos (circa 30 Euro). L’eventuale estensione di validità del “FMT” prevede un costo di 210 pesos (circa 15 Euro).
Valutare le vaccinazioni per epatite A e B, salmonella, morbillo. Si consiglia di stipulare prima di intraprendere il viaggio un’assicurazione sanitaria.
Patente nazionale se si guida una vettura propria, raccomandata quella internazionale se si noleggia una vettura. Le polizze di assicurazione estere non sono valide in Messico. E’ possibile stipulare una assicurazione a breve termine della durata di un giorno o di una settimana sia prima di arrivare in Messico che alla frontiera.
Abitato sin da epoche remote, il Messico fu sede di alcune tra le più importanti civiltà precolombiane, tra cui quella maya, che raggiunsero il massimo splendore nel corso del I millennio d.C. Cadde quindi in gran parte sotto il dominio dei Toltechi (dal X secolo) e poi degli Aztechi (dal XIV secolo), i quali, al principio del XVI secolo, quando iniziò la conquista spagnola, controllavano un impero esteso su un’ampia porzione del Messico centrale e meridionale. L’artefice della conquista del Messico fu Hernán Cortés, che tra il 1519 e il 1521 abbatté con la violenza l’impero azteco e lo inglobò nei domini spagnoli. Trasformata in Viceregno della Nuova Spagna, la colonia giunse a comprendere vaste regioni degli attuali Stati Uniti. Cortés ne divenne governatore e capitano generale nel 1522. Nel 1535 fu installato il primo viceré, Antonio de Mendoza. Mentre l’immigrazione di spagnoli dall’Europa aumentava sempre più (dai 57.000 del 1570 ai 780.000 del 1780) e gli indigeni venivano letteralmente sterminati (passarono dagli 11 milioni del 1519 a 1 milione e mezzo nel 1650), si costituiva una società fortemente differenziata e stratificata. Al vertice stava un’aristocrazia di criollos, bianchi nati in colonia, detentori del potere economico e di quello politico interno (le haciendas più vaste avevano veri e propri corpi armati a disposizione, e a volte proprie corti di giustizia, gestite ad arbitrio del proprietario); i criollos, culturalmente sviluppati (nel 1571 era tra l’altro stata fondata una Università del Messico), erano sempre più insofferenti delle limitazioni allo sviluppo del paese imposte dal fiscalismo e dal protezionismo commerciale spagnolo. Sotto i criollos esisteva un esile ceto medio di artigiani e professionisti, composto in gran parte da meticci, e un’immensa massa di indios, meticci e bianchi poveri, ridotti al limite della sopravvivenza fisica e sottoposti alle forme più brutali di sfruttamento economico. Il 16 settembre 1810, nella regione di Guanajauto, divampò la grande insurrezione india capeggiata da un umile sacerdote, Miguel Hidalgo y Costilla, parroco di Dolores. Nonostante il fallimento di questo tentativo (Hidalgo venne fucilato nell’agosto 1811), la rivolta riprese con rinnovato vigore tra i ‘peones’ (manovali) della Sierra Madre del Sud, sotto la direzione di un altro sacerdote, il meticcio José Maria Morelos. Con la morte di Morelos (catturato e fucilato dagli Spagnoli il 22 dicembre 1815), l’insurrezione fu domata. Alle aspre repressioni che seguirono sopravisse un ristretto gruppo di insorti, capeggiati da Vicente Guerrero, nella Sierra Madre del Sud. Nel 1821 generale Agustin Itúrbide, capo dell’esercito spagnolo in Messico e noto per aver spietatamente represso la rivolta di Hidalgo e Morelos, intavolò trattative con Vicente Guerrero per ottenere l’alleanza degli insorti e gettare le basi del futuro Stato messicano. Juan O’Donojú, ultimo vicere della Nuova Spagna, il 24 agosto 1821 con il manifesto di Córdoba riconobbe l’indipendenza del Messico. Circa un mese dopo, il 27 settembre, Itúrbide entrò trionfalmente nella capitale. Nascevano gli Stati Uniti del Messico. Agustín Itúrbide, si fece proclamare, con l’appoggio dell’esercito e dei monarchici, imperatore del Messico, col nome di Agustín (19 maggio 1822). Meno di un anno dopo, il 19 marzo 1823, l’impero di Itúrbide venne rovesciato dal pronunciamento del generale Antonio Lopez de Santa Anna. che con l’appoggio dei liberali promulgò una nuova costituzione repubblicana (4 settembre 1824). Da tale data il Messico conobbe forse il periodo più tormentato della sua storia; in poco più di trent’anni si succedettero sei diversi regimi (monarchici e repubblicani prima, centralismi e federalisti poi, dittature personali – Santa Anna, Anastasio Bustamante, Nicolás Bravo, Vicente Guerrero – e tentativi di restaurazione spagnola), oltre 50 ministeri e 250 insurrezioni. La situazione fu ristabilita da Juárez solo nel gennaio 1861 ma nel dicembre dello stesso anno, in seguito alla decisione del governo liberale di sospendere per un biennio il pagamento degli interessi del debito estero allo scopo di far fronte al gravissimo deficit finanziario, Gran Bretagna, Spagna e Francia intervennero immediatamente in Messico a sostegno dei conservatori. Per iniziativa di Napoleone III la spedizione si risolse in una guerra di conquista (1862-1863), coronata dall’effimero impero messicano dell’arciduca Massimiliano d’Absburgo (1864-1867), il quale pagò con la vita a Querétaro un sogno impossibile di elevazione di un paese non ancora maturo, scontando ingenuità ed errori soprattutto altrui. Benito Juárez, riconfermato presidente per due volte, nel 1867 e nel 1871, morì nel 1872. Dopo l’agitata presidenza di Sebastián Lerdo de Tejada (1872-1876), continuatore della politica liberale e anticlericale di Juárez, le redini del governo passarono a un militare d’origine meticcia, il generale Porfirio Díaz che tenne la carica di presidente, salvo il quadriennio 1880-1884, fino al 1891, instaurando una durissima dittatura. Il moto rivoluzionario contro la trentennale dittatura di Porfido Díaz scoppiò sul finire del 1910 per iniziativa del liberal-progressista Francisco Madero. Presto la rivolta dilagò in tutto il paese; attorno a Madero si strinsero forze contadine e proletarie, sotto la guida di condottieri risoluti, come Pascual Orozco e Francisco (Pancho) Villa (Stato di Chihuahua), Venustiano Carranza (Stato di Coahuila) nel Nord, ed Emililano Zapata (Stato di Morelos) nel Sud. Sotto l’incalzare degli avvenimenti il 25 maggio 1911 Díaz lasciò la presidenza abbandonando poco dopo il paese. Durante la rivoluzione venne emanata l’attuale costituzione del Messico (1917). Qualche anno dopo fu chiamato alla presidenza Lázaro Cárdenas (1934-1940). Fedele al principi della costituzione di Querétaro, diede un impulso notevolissimo alla riforma agraria, distribuendo fino al 1940 più di 18.000.000 di ha di terra alle comunità indigene, accolse i rifugiati politici (tra cui Trotzkij), nazionalizzò le ferrovie (1937): quindi, espropriate le proprietà petrolifere delle compagnie estere (1938), ne affidò l’amministrazione alla confederazione dei lavoratori messicani. Svolse inoltre una lotta accanita contro l’analfabetismo, ma attenuò la politica antiecclesiastica, che cessò definitivamente con il suo successore Manuel Avila Camacho, presidente dal 1940 al 1946. Negli anni Settanta la situazione si fece difficile: il debito estero diventava sempre più incontrollabile; la fuga dei capitali verso gli USA accresceva la crisi; il governo di Washington minacciava ritorsioni in caso di adesione del Messico all’OPEC, la disoccupazione interessava circa 6 milioni di lavoratori; il malcontento divampava nelle campagne sia tra i latifondisti degli Stati del Nord sia tra i contadini senza terra: il malcontento si è sviluppato sempre più nello Stato di Chiapas. Il crollo dei prezzi petrolieri all’inizio degli anni Ottanta, costringeva il governo a contrarre ulteriori debiti. Nel novembre 1987 ebbe luogo una riunione dei capi di Stato e di governo di Messico, messico, Brasile, Colombia, Panama, Perú, Uruguay e Venezuela, nella quale fu richiesta una riduzione degli interessi sul debito estero e proposto l’avvio di un progetto comune di sviluppo per l’America latina. All’avvio degli anni Novanta il paese vede come unica via d’uscita della grave crisi economica l’intervento internazionale e la riduzione, se non la cancellazione del debito estero. Il presidente Salinas de Gortari avviò un programma di riforme e di austerità che invertì la tendenza in atto nell’economia e risolse i problemi contingenti. L’inflazione, che nel 1982 era balzata da un normale 10% o 20% al 99%, dal 1991 pian piano è stata ridotta a livelli di una sola cifra. In clima di grande tensione si sono svolte le elezioni presidenziali del 1994 che hanno segnato ancora una vittoria del PRI (Partito Rivoluzionario Istituzionale, da decenni ‘partito unico’ alla guida del Paese), con Ernesto Zedillo Ponce de León, ma alle consultazioni legislative del 1997 il partito, che da quasi settant’anni dominava la politica del paese, è stato sconfitto per la prima volta dal Partito di opposizione nazionale (PAN, di centro-destra), che ha conquistato la maggioranza alla Camera bassa. L’ascesa del nuovo presidente ha coinciso con il crollo della moneta, e il conseguente forte indebitamento con l’estero. Nel frattempo, oltre al conflitto con le popolazioni del Chiapas, è in atto (1999-2000) una protesta degli studenti che hanno occupato l’Università di Città del Messico: nel febbraio 2000 vi è stato un pesante intervento per sgomberare l’Università e molti studenti sono stati incarcerati. Dopo la presidenza di Ernesto Zedillo Ponce de León, il 2 luglio 2000 è stato eletto Vicente Fox del PAN finendo così l’egemonia del PRI che dalla rivoluzione messicana non aveva mai lasciato il potere. Fox, ex-presidente della Coca Cola, è comunque strettamente legato agli Usa e alla loro politica, ed esponente della destra cattolico-integralista messicana.
Le informazioni ivi contenute hanno puro carattere informativo, non si risponde di eventuali inesattezze e si invita a consultare gli aggiornamenti tramite le competenti autorità. Queste informazioni sono state realizzate attingendo: alla pagina dei tassi di cambio giornalieri comunicati dalla Banca d’Italia alla data del 31 dicembre 2014 per la valuta; agli standard elettrici nel mondo pubblicati su Wikipedia per elettricità e prese; alle informazioni inerenti capitale, abitanti, estensione, fuso orario, lingua, documenti d’accesso, indicazioni sanitarie, patente automezzi, indicazioni speciali, contenute sul sito della Farnesina www.viaggiaresicuri.it nelle date comprese tra il 10 novembre e il 30 dicembre 2014.
contattaci
Per il viaggio su misura dei tuoi desideri, o per i prezzi dei nostri pacchetti, compila i campi qui sotto oppure scrivici a info@mondoemozioni.com
