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Montego Bay: o Mobay, come gli abitanti chiamano la seconda città dell’isola, non è un insediamento esclusivamente turistico, poiché vi risiedono circa 100.000 Giamaicani.
Downtown, il centro urbano, è una miscela di vecchio e nuovo, moderne costruzioni di cemento armato e semplici capanne di legno, con strade intasate e un’infinità di negozietti. Durante il giorno la gente affolla le spiagge di Cornwall e di Doctor’s Cave, che resta la spiaggia preferita da isolani e turisti. Qui sorgono i bar e i ristoranti più alla moda. La città non offre grandi attrazioni, tuttavia vale la pena di visitare la Barnett Estates, un tempo la piantagione più grande della zona: la visita alla casa padronale consente di capire come vivevano i proprietari terrieri nel Settecento.
La Rose Hall Great House, costruita tra il 1770 e il 1780, racchiude i sinistri segreti di Annie Palmer, nota come la strega bianca, che nel Settecento uccise tre mariti e diversi schiavi, i cui fantasmi si aggirerebbero tuttora per la casa.
Negril: situata nel Sud della Giamaica è la spiaggia più lunga dell’isola, ben 11 Km. L’estremità inferiore della baia è la più frequentata: pensioni, alberghetti e bar si affiancano gli uni agli altri senza interruzione. Oggi Negril è una cittadina di 4.000 abitanti e una grande stazione balneare. È molto commerciale e chi cerca romanticismo, pace e serenità non è nel posto giusto. Parallelamente alla spiaggia corre il Norman Manley Boulevard, la via principale di Negril, piena di bancarelle e noleggiatori di biciclette e motorini.
Ocho Rios: un’insenatura con acque di un azzurro intenso, delimitata da un litorale a semicerchio di sabbia bianca: così si presenta Ocho Rios. La città si allunga soprattutto a est della rotonda dove confluiscono la strada costiera e l’arteria principale per Kingston. La spiaggia di Ocho è abbastanza lunga, ma quasi sempre sovraffollata. I complessi più belli sono situati nelle piccole baie lungo la costa in direzione est.
Da visitare a Ocho Rios sono soprattutto i giardini botanici, angoli dalla vegetazione rigogliosa che costituiscono delle vere e proprie oasi di pace: i più rinomati sono il Cobaya River Garden, gli Shaw Park Botanical Gardens e le cascate del Dunns River.
Il clima è di tipo tropicale, con temperature calde e alta umidità durante quasi tutto l’arco dell’anno. Le temperature massime diurne lungo la costa si mantengono costantemente tra i 27 e i 30°C. Anche nelle Blue Mountains le temperature sono solo di poco inferiori ai 20°C per gran parte dell’anno. Con una stagione più secca, quella che va da dicembre a maggio, ed una più umida, che va da giugno a novembre dove si concentrano la maggior parte delle piogge. Anche la Giamaica, come tutte le isole caraibiche, nel periodo giugno-novembre può essere soggetta al rischio di uragani, che portano forti piogge e venti e che ne sconsigliano la visita. Lungo la costa orientale o sulle Blue Mountains, la stagione delle piogge va da maggio a novembre e ha due picchi: maggio/giugno e ottobre/novembre. La pioggia cade in genere per poche ore (normalmente nel tardo pomeriggio). La temperatura del mare è calda tutto l’anno, da un minimo di 26° a febbraio a massimo 28°C a ottobre.
Nessuna vaccinazione obbligatoria. Il vaccino contro la febbre gialla è obbligatorio solo per i viaggiatori di età superiore ad un anno provenienti da Paesi a rischio di trasmissione della malattia, nonché per i viaggiatori che abbiano anche solo transitato per più di 12 ore nell’aeroporto di un Paese a rischio di trasmissione della malattia.
Indigeni Arawak o Taino originari del Sud America si stabilirono per la prima volta sull’isola tra il 1000 e il 1400 a.C. Sebbene alcuni studi indichino che la loro scomparsa risalga al contatto con gli europei, altri studiosi sostengono che a questo contatto alcuni indigeni siano sopravvissuti. La Giamaica fu rivendicata dalla Spagna dopo il primo sbarco di Cristoforo Colombo sull’isola nel 1494. Colombo ne utilizzò tuttavia solo alcuni punti costieri. Gettò l’ancora a Discovery Bay, fra Ocho Rios e Montego Bay. Descrisse la nuova scoperta come «la più bella isola che occhio umano abbia mai veduto» e la battezzò Santiago. La conquista dell’isola fu portata a termine dai Re Cattolici nel primo decennio del XVI secolo. La sua prima capitale fu Santiago de la Vega. L’ammiraglio britannico William Penn (padre di William Penn di Pennsylvania) e il generale Venables si impadronirono dell’isola nel 1655. Durante i suoi primi 200 anni di dominio britannico, la Giamaica divenne la prima nazione al mondo per le esportazioni di zucchero e produsse oltre 77 000 tonnellate di zucchero ogni anno tra il 1820 e il 1824, risultato raggiunto attraverso l’uso massiccio del lavoro degli schiavi importati dall’Africa. All’inizio del XIX secolo la consistente importazione di schiavi da parte del Regno Unito ebbe l’effetto di aumentare la popolazione dei neri, che superarono i bianchi con un rapporto di 20 a 1, il che provocò costanti minacce di rivolta. In seguito a una serie di ribellioni (come l’insurrezione del 1830) la schiavitù fu formalmente abolita nel 1834, con la completa emancipazione dalla schiavitù dei beni mobili che fu dichiarata nel 1838. La Giamaica guadagnò progressivamente la sua indipendenza dal Regno Unito e nel 1958 divenne una provincia della Federazione delle Indie Occidentali, un organismo che comprendeva tutte le Indie Occidentali Britanniche. La Giamaica ottenne piena indipendenza staccandosi dalla Federazione delle Indie Occidentali e dal Regno Unito il 6 agosto 1962. La crescita del debito estero sotto il governo di Michael Manley, determinato ad alleviare le condizioni di grave iniquità economica della Giamaica, portò all’imposizione delle misure di austerità del FMI. Il peggioramento delle condizioni economiche e il coinvolgimento della CIA a causa del socialismo internazionale di Manley e alla sua amicizia con Fidel Castro portarono a una disperata campagna totale di rielezione tra il Partito Nazionale del Popolo di Manley e il principale partito di opposizione, il Partito Laburista Giamaicano. Entrambi i partiti politici divennero collusi con bande rivali debitamente armate di Kingston. Questa politica, insieme al crescente stato di emergenza dovuto al fatto che la Giamaica era un centro di smistamento della cocaina durante gli anni ottanta condusse a frequenti episodi di violenza e servì solo a impoverire ulteriormente un’ampia parte della popolazione giamaicana. Il risultato più estremo di questa spirale di violenza, droga e povertà fu la brutale guerra di sparatorie che si verificò per le strade di Kingston a partire dalla metà degli anni novanta in poi. Nella circostanza le forze di polizia giamaicane sono state accusate di complicità in questa feroce zona dell’isola. Tuttavia si deve notare che le zone rurali dell’isola, specialmente località di ritrovo di Negril, Montego Bay e Ocho Rios, rimangono piuttosto sicure. Bisogna ricordare, comunque, che la Giamaica resta uno dei paesi con il più alto tasso di omicidi al mondo.
Si ricorda che le attività omosessuali vengono punite dalla legge e che comunque l’atteggiamento generale dei giamaicani è ostile verso la comunità LGBT.
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