Città principali
San Salvador: situata tra le pendici del vulcano San Salvador, fondata nel 1546, è stata eletta capitale nel 1839. Caratterizzata da un’elevata povertà, da un altissimo numero di baraccopoli e da un alto tasso d’inquinamento, non conserva quasi più tracce del suo passato a causa delle continue sciagure naturali che hanno sconvolto nell’ultimo secolo il Paese.
Da visitare la cattedrale metropolitana, la piazza Barrios, il teatro nazionale del 1917 non lontano dalla piazza e il museo nazionale J. Guzmán. Il giardino botanico, costruito su un vecchio acquitrino sul fondo di un cratere, è un’altra delle tappe consigliate.
Santa Ana e San Miguel: tra le città più importanti, rispettivamente con i loro 250.000 e 170.000 abitanti. Da non perdere il Parco Cerro Verde, a due ore da Santa Ana. Il vulcano Izalco ancora attivo e il lago di Coatepeque sono le attrazioni principali.
Luoghi di interesse
Tazumal: per chi ama l’archeologia, meta irrinunciabile sono le rovine maya che si estendono per un’area di 10 kmq.
Chalchuapa: a nord-est della capitale da cui è raggiungibile con l’autobus in un paio d’ore; si possono osservare le rovine maya meglio conservate.
Foresta pluviale di Montecristo: chi ama la natura selvaggia può esplorare la foresta che si trova all’interno del Parco nazionale Montecristo-El Trifinio, a nord di San Salvador, vicino al vulcano spento Metapán. La foresta ricopre un territorio caratterizzato da una vegetazione tanto alta (le cime degli alberi superano i 200 m) e fitta da non permettere l’ingresso dai raggi del sole; qui il tasso di umidità è prossimo al 100%. Ricchissima la vegetazione, ma altrettanto ricca la fauna: le specie più diffuse sono le scimmie ragno, i formichieri, i puma, gli aguti e tra gli uccelli i tucani e i barbagianni striati.
Isla di Montecristo: meta selvaggia, situata a sud-est della capitale e non facilmente raggiungibile. Questa zona è del tutto non edificata e flora e fauna offrono uno spettacolo indimenticabile. Sul posto vive una piccola comunità caratterizzata da un’estrema affabilità e disponibilità nei confronti dei turisti; i suoi abitanti forniscono infatti vitto e alloggio ai turisti e si rendono disponibili come guide per le escursioni. La mangrovia è la pianta caratteristica.
Libertad: località marittima a un’ora dalla capitale, è tra le mete più frequentate nei fine settimana dalla popolazione locale. Consigliata agli amanti del surf perché le sue onde sono tra le migliori dell’oceano Pacifico, in particolare nella zona della costa Balsamo.
Ilobasco: a poco più di 50 km da San Salvador, nella lingua locale significa luogo pieno di campi di frumento. Qui in particolare si segnala la produzione artigianale di ceramiche che si possono acquistare lungo la strada principale. Famose sono le scatolette ovali al cui interno sono riprodotte scene di vita quotidiana.
La Palma: nella zona settentrionale, è famosa per la produzione di manufatti in legno; è anche uno dei territori della rivoluzione: era infatti uno dei paesi assediati dai guerriglieri del FMLN durante gli scontri con l’esercito.
Perquín: luogo storico della rivoluzione, sempre nella zona settentrionale. È l’ex quartier generale del FMLN e oggi ospita il museo della rivoluzione salvadoregna, che documenta la guerra con esposizioni di foto e armi.
Si distinguono due stagioni, una secca e una piovosa. La prima va da novembre ad aprile, la seconda da maggio a ottobre. La temperatura media oscilla tra i 22 e i 28 °C per tutto l’anno. El Salvador è uno dei Paesi a costante rischio di cicloni e uragani, oltre a quello sismico. La stagione dei cicloni va da giugno a novembre, con maggiore probabilità di eventi tra agosto e ottobre.
Passaporto con validità residua di almeno 6 mesi al momento dell’ingresso nel Paese. Visto d’ingresso non necessario per turismo fino a 90 giorni.
I Maya abitarono le regioni occidentali del Salvador molti secoli prima dell’arrivo dei conquistatori spagnoli. Dopo la conquista dell’America centrale, avvenuta nei primi decenni del Cinquecento a opera di Pedro de Alvarado, luogotenente di Hernán Cortés, El Salvador diventò una provincia della capitania generale del Guatemala (nel vicereame di Nueva España), fino al 1823. Per dieci anni fece parte delle Province Unite del Centroamerica, la confederazione formata da Guatemala, Honduras, Nicaragua e Costa Rica. El Salvador ottenne l’indipendenza il 1° gennaio 1841, dopo il dissolvimento della confederazione; il governo del paese rimase nelle mani dell’aristocrazia fondiaria che aveva detenuto il potere anche nel periodo della dominazione spagnola e, dal 1865 al 1931, fu retto dai conservatori. Seguì, fino al 1944, la dittatura del generale Maximiliano Hernández Martínez. Nel ventennio seguente, caratterizzato da continue richieste di riforme economiche e sociali, si susseguirono governi militari, che salvaguardarono il dominio economico delle “14 famiglie”, proprietarie di grandi piantagioni e detentrici del monopolio del commercio del caffè. Nel 1962 fu emanata una nuova Costituzione e venne eletto alla presidenza il colonnello Julio Adalberto Rivera, candidato del Partito di conciliazione nazionale, sostituito nel 1967 da Fidel Sánchez Hernández. L’acuirsi delle tensioni con l’Honduras nel 1969 causò una breve guerra tra i due paesi. Nel 1972 venne nominato presidente il colonnello Arturo Armando Molina, in un clima di forte contestazione politica. Il generale Carlos Humberto Romero, eletto nel 1977, venne destituito dalla carica nell’ottobre 1979, in seguito a un colpo di stato organizzato da un gruppo di ufficiali. In questo periodo cominciarono ad agire formazioni quali il Fronte Farabundo Martí di liberazione nazionale, che negli anni seguenti intensificò la guerriglia. Nel 1980 José Napoleón Duarte, alla guida del Partito democratico cristiano, assunse la presidenza del paese, sostenuto dagli Stati Uniti. Contemporaneamente le formazioni di destra degli “squadroni della morte” si resero responsabili dell’uccisione di centinaia di salvadoregni. Duarte indisse nuove elezioni nel 1982, ma il suo partito venne sconfitto e una coalizione di destra si impadronì del potere. Alle elezioni presidenziali del maggio 1984 Duarte fu nuovamente eletto alla presidenza, sempre sostenuto dal governo statunitense, e nel marzo successivo il Partito cristiano democratico ottenne la maggioranza nelle elezioni legislative. I tentativi di raggiungere un accordo con la guerriglia fallirono, aumentando l’insoddisfazione nei confronti della politica condotta da Duarte. Nelle consultazioni del 1989 la formazione di destra dell’Alleanza repubblicana nazionalista (ARENA) conquistò la maggioranza all’Assemblea nazionale e il principale esponente Alfredo Cristiani fu proclamato presidente alle elezioni dell’ottobre 1989. Nel 1990, con la mediazione delle Nazioni Unite, furono avviati negoziati tra il governo e il Fronte Farabundo Martí, proseguiti nel 1991, nel tentativo di porre fine al conflitto (che aveva già fatto 75.000 vittime, in maggioranza civili) e di definire un piano di pace. La firma degli accordi nel gennaio 1992, entrati ufficialmente in vigore il 1° febbraio dell’anno seguente, mise fine alla guerra civile. Nelle nuove elezioni, svoltesi nel 1994 sotto la sorveglianza delle Nazioni Unite, si impose il candidato di destra Armando Calderón Sol (dell’ARENA), che sconfisse Rubén Zamora, candidato della sinistra. Alle elezioni del 1997 ha votato solo il 40% degli aventi diritto. L’ARENA, pur confermandosi primo partito, ha ottenuto 28 seggi (contro 39 delle elezioni del 1994) e si è visto costretto a un governo di coalizione con la Democrazia Cristiana. Il Fronte Farabundo Martí ha ottenuto invece 27 seggi e ha prevalso nelle principali città del paese, compresa San Salvador. Nel 1998 il passaggio dell’uragano Mitch ha causato seri danni al paese, che già vive una grave crisi economica e sociale (San Salvador è stata definita la città più violenta dell’America latina). Nel 1999 l’Arena ha vinto per la terza volta le elezioni presidenziali con il suo candidato Francisco Flores, che si è imposto su quello della Coalición por el Cambio (Coalizione per il cambiamento), formata da Fronte Farabundo Martí e Unione socialcristiana.
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