La capitale Willemstad, patrimonio dell’Unesco è divisa in due distretti:Punda a est e Otrobanda a ovest. Le due zone sono collegate tra loro dal Queen Emma Pontoon Bridge, un ponte galleggiante solo per i pedoni, che si apre quando le navi entrano in porto. Per le macchine c’è invece il Queen Juliana Bridge, del 1972, uno dei più alti del mondo: quasi 60 metri e una lunghezza di un chilometro e mezzo. Willemstad ha un centro antico, piccolo e pittoresco, con vecchie case che non superano i tre piani, con tetti di tegole rosse, frontoni barocchi, facciate a colori vivaci, dal rosa, al giallo, al turchese, all’ arancio, al blu.
Fort Amsterdam è stato il cuore delle fortificazioni dell’isola fra il 1648 e il 1861. E’ il più grande degli otto forti che difendevano l’isola. All’ interno ha sede il governo e una storica chiesa. In collina si staglia Fort Nassau.
Intorno a Willemstad il cunucu, la grande campagna deserta, cosparsa di villaggi colorati, cactus, divi-divi e sontuose landhuis, le vecchie case dei piantatori, costruite a partire dal 1660, quando i coloni olandesi si divisero l’isola in piccoli appezzamenti. La più bella e più grande, Groot Santa Marta, si trova a ovest di Willemstad. Sempre in zona c’è il Parco Nazionale di Christoffel, una serie di collinette coperte di orchidee selvatiche, divi-divi, palme e cactus, che culminano nel monte Christoffel, 372 metri. Anche se percorribile parzialmente in auto, il modo migliore di esplorarlo è lungo la fitta rete di sentieri che si snodano tra le foresti di mogani. All’interno, si può visitare il Museo Savonet, il museo antropologico e di storia naturale dell’isola.
Poco lontano si trovano due belle spiagge: Boca Tabla, dove l’Atlantico ribolle violento, e Westpunt, la prima di una serie di spiagge tipicamente caraibiche che bordano la costa meridionale. Le più belle sono Playa Kalki, ai piedi della scogliera, piccola e bianchissima, Playa Lagun, con acque basse e calme e Playa Porto Maria, con bellissima sabbia corallina e due reef paralleli, perfetti per lo snorkeling. A est della capitale si trovano il Curaçao Seaquarium, il Parco Marino Subacqueo di Curaçao, che comprende la barriera corallina e diversi relitti di navi, e la grande laguna di Spanish Water. Dall’altra parte dell’isola, sull’ Atlantico, c’è la bella spiaggia di St. Joris Bay, profonda e protetta laguna.
Curaçao ha un clima tipo savana tropicale con una stagione secca da gennaio a settembre e una stagione delle piogge da ottobre a dicembre. Le temperature sono relativamente costanti con piccole differenze durante l’anno. Gli alisei rinfrescano l’aria durante il giorno e la riscaldano durante la notte. Il mese più freddo è gennaio con una temperatura media di 26,5 °C e il mese più caldo è settembre con una temperatura media di 28,9 °C. La temperatura massima è in media calcolata su base annua 31,2 °C mentre la minima è 25,3 °C. Curaçao ricade al di fuori della fascia degli uragani anche se occasionalmente e marginalmente ne può essere investita nel periodo giugno-novembre.
Passaporto in corso di validità. E’ necessario essere in possesso del biglietto di andata e ritorno. La durata del soggiorno prevede 90 giorni, trascorsi i quali occorre recarsi all’“Immigration Office” del Paese affinché venga apposto un timbro di proroga per il soggiorno.
L’origine del nome Curaçao è ancora dibattuta: la spiegazione più plausibile è che esso derivi dalla parola portoghese coração, che significa “cuore”. I primi abitanti di Curaçao furono gli indigeni aruachi. I primi europei a visitarla furono gli spagnoli al seguito di Alonso de Ojeda (1499), che decimarono gli aruachi. L’isola fu poi occupata dagli olandesi nel 1634. La Compagnia Olandese delle Indie Occidentali fondò la città di Willemstad presso un’insenatura detta Schottegat. Inizialmente ignorata dai colonizzatori poiché priva di metalli preziosi, Curaçao si rivelò poi di fondamentale importanza per via del porto di Willemstad: l’isola divenne un nodo commerciale fondamentale e, a partire dal 1662, uno dei principali centri della tratta degli schiavi. I negrieri olandesi, infatti, deportavano gli schiavi dall’Africa a Curaçao, dove venivano venduti nell’area nota come asiento, per poi essere smistati nei Caraibi e in tutto il Sudamerica. La tratta degli schiavi proseguì fino al 1863, quando l’Olanda abolì la schiavitù. Nel corso dei secoli, inglesi e francesi occuparono più volte l’isola per brevi periodi, contribuendo così ad arricchire Curaçao dal punto di vista linguistico. L’abolizione della schiavitù provocò però una crisi economica, con molti isolani costretti a emigrare in altre isole, in particolare Cuba, dove furono impiegati nelle piantagioni di canna da zucchero. Quando però nel 1914 nella Laguna di Maracaibo vennero scoperti giacimenti di petrolio, la situazione economica di Curaçao cambiò profondamente: il governo olandese costruì una raffineria sul luogo ove prima sorgeva l’Asiento. Fu così possibile impiegare l’intera popolazione, con Curaçao che, da terra di emigrazione, diventò invece meta di numerosi immigrati dalle nazioni vicine. Curaçao, infatti, era il sito ideale dove costruire la raffineria: sufficientemente lontana dalle turbolenze sudamericane, era molto vicina alle coste del Venezuela. A ciò si aggiungeva il vantaggio rappresentato dal porto di Willemstad. La città, nel frattempo, crebbe molto rapidamente; ciò, tuttavia, contribuì ad acuire i contrasti tra i diversi gruppi sociali presenti, fino alla grande rivolta del 30 maggio 1969. In seguito a questi movimenti, la locale popolazione afro-caraibica ottenne una più ampia partecipazione alla vita politica isolana. Mentre Curaçao diventava anche un fiorente centro turistico, la presenza di basse imposte sul capitale sociale favorivano l’installazione di numerose compagnie estere. A metà degli anni ottanta, la Royal Dutch Shell vendette la raffineria a un consorzio governativo locale che, attualmente, la affitta alla compagnia petrolifera nazionale venezuelana PDVSA. Negli ultimi anni, le autorità dell’isola stanno effettuando notevoli investimenti sul patrimonio storico e culturale dell’isola al fine di potenziare ulteriormente l’industria del turismo.
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