Spagna

Bandiera Spagna

Capitale Madrid 
Abitanti 47.042.984
Estensione  505.957 Kmq
Valuta Euro
Fuso orario Stessa ora italiana nella penisola iberica e nelle isole Baleari, -1h nelle isole Canarie
Elettricità  230V, presa CF
Lingua Spagnolo, catalano, basco, gallego
Aeroporti  Madrid MAD,Barcellona BCN, Malaga AGP, Alicante ALC, Valencia VLC Siviglia SVQ, Santiago de Compostela SCQ, Bilbao BIO, Granada GRX, Santander SDR, Saragozza ZAZ, Girona GRO, Pamplona PNA, Ibiza IBZ, Palma de Mallorca PMI, Minorca MAH, Tenerife TCI TFN TFS, Gran Canaria LPA, Fuerteventura FUE, Lanzarote ACE, La Palma SPC, La, Gomera GMZ, El Hierro VDE
Porti Barcellona, Valencia

Città principali

Madrid: con oltre 3 milioni di abitanti, è la capitale della Spagna. Posta quasi simbolicamente nel centro del Paese, sull’altopiano della Meseta, a 655 m di altitudine, è la residenza della Casa Reale e la sede del Governo. È una grande città moderna raccolta intorno a un cuore seicentesco, nel quale si nasconde il Palacio Real, tra il Rìo Manzanares, che lambisce i giardini del Campo del Moro, la Calle de Segovia e la Cuesta de San Vicente.

Il Palacio Real è senz’altro una delle mete da non perdere, anche se il simbolo della città resta la splendida cattedrale gotica di Toledo. Madrid è la città dei grandi spazi e delle piazze immense, come Plaza de Oriente, che si allarga di fronte all’ala orientale del Palacio Real, con i suoi giardini e le quarantaquattro statue che la circondano, e Plaza Mayor, contraddistinta dal tipico stile castigliano. Il principale museo è quello del Prado, che ospita una delle più antiche pinacoteche del mondo, voluta dall’imperatore asburgico Carlo V, e che oggi conta migliaia di dipinti.

Percorrendo la Gran Via è come se si assistesse al trascorrere del tempo poiché Plaza de España, dove si arriva, è invece circondata da enormi grattacieli tra cui l’Edificio de España e la Torre de Madrid. Al centro della piazza sorge il monumento a Cervantes, con le statue di Don Quijote e del suo fedele Sancho Panza.

La natura di Madrid è proprio l’armonioso convivere di passato e presente: i quartieri di Recoletos e Salamanca offrono eleganza e tradizione, con i negozi più esclusivi e i migliori ristoranti. Madrid, sebbene sia una delle capitali d’Europa più legate alla sua storia, è la città che ha accolto i più ferventi spiriti di modernità. Una città che vive di notte come di giorno, che è tutta pervasa dalla movida (da non perdere il quartiere di Malasana) e che resta, tuttavia, impregnata del passato. A circa 50 km da Madrid è da visitare El Escorial, l’antica residenza estiva del re di Spagna: imponente monastero sede di un’immensa biblioteca, fu il simbolo insieme del potere politico e del grande fervore religioso dei re cattolici.

Barcellona: capoluogo della regione catalana, sede di un’antica università, è dopo Madrid la città più importante della Spagna. Affacciata sul mare della Costa Dorada, è nota per la ricchezza e la varietà della sua architettura (i tanti capolavori di Gaudì, come il tempio della Sagrada Famìlia e la casa Millà). Attraversata dalle ramblas, lunghissime arterie pedonali uniche nel loro genere, animate giorno e notte, Barcellona possiede il terzo porto del Paese, ma non ha propriamente l’aspetto di una città portuale. Il Barri Gòtic (Barrio Gotico), è il quartiere più antico, il centro storico, un fitto intrico di vicoli, quasi tutto pedonale, che regala alla città un fascino inconfondibile, celebrato anche nei romanzi di Manuel Vázquez Montalbán.

Bilbao: nel nord del Paese, è il capoluogo della provincia di Biscaglia. È situata a 14 km dal mare sul fiume Nerviòn: su una riva si affaccia la città vecchia con il suo antico quartiere medievale, su quella opposta l’Ensanche, il quartiere nuovo, simboleggiato dal celebre Museo Guggenheim.

Còrdoba: è dopo Siviglia la città più importante dell’Andalusia: tra le principali attrattive c’è la cattedrale La Mezquita, già principale moschea dell’Islam occidentale, la più importante creazione dell’architettura araba in Spagna.

Granada: antica città moresca, si erge ai piedi della Sierra Nevada e offre la suggestione della Capilla Mayor, con la sua grandiosa cupola, oltre a grandi testimonianze del passato nella Muralla àrabe, gli antichi bastioni ancora in ottimo stato. Ma la principale attrazione è senz’altro il palazzo arabo dell’Alhambra con i suoi giardini da mille e una notte, già residenza del califfo.

Salamanca: è una delle principali mete turistiche spagnole, situata nella parte meridionale della regione di Leòn; è sede di una celebre università e offre la bellezza barocca della Clarecìa e la particolarità della Casa de las Conchas (conchiglie), risalente al 1514.

Santiago de Compostela, meta di pellegrinaggi, punto d’arrivo del celebre “cammino di Santiago” che attraversa la Spagna settentrionale partendo dai Pirenei, è il capoluogo della Galizia ed è uno dei più importanti luoghi di culto per il Cattolicesimo: secondo la tradizione, qui riposano le spoglie mortali di San Giacomo Apostolo Maggiore. Il ricchissimo patrimonio monumentale del centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Santiago è anche sede di un’antica università, la cui istituzione risale al 1520.

Massimo monumento della città è la celebre cattedrale, la cui costruzione, iniziata intorno al 1078 e conclusa nelle parti principali verso il 1120-5, dette luogo a un afflusso di artisti che fecero di Santiago un importante centro dell’arte romanica. Tra gli altri monumenti della città si ricordano vari monasteri, tra cui quello di San Martín Pinario (sec. X, rifatto nel XVII); la collegiata di Santa María del Sar (sec. XII), che conserva il chiostro romanico; l’Ospedale Reale (1501-11) e diversi edifici religiosi e civili dei sec. XVII-XVIII. Il Museo del Popolo Galiziano, allestito presso il convento di San Domenico de Bonaval, offre un panorama delle manifestazioni della cultura popolare galiziana. Il Museo dei Pellegrinaggi, inaugurato nel 1951, documenta la vicenda storica del pellegrinaggio a Santiago e il suo influsso sulla cultura europea.

Segovia: antica città situata sul versante nord della Sierra de Gualdarrama, era la residenza dei Re di Castiglia.

Siviglia: è il capoluogo dell’Andalusia, situata sulla riva destra del Guadalquivir. Possiede un porto fluviale, anche se dista 87 km dal mare. Città ricca di storia, antico nodo commerciale, conserva ancora oggi l’aspetto di un immenso emporio. Culla dei gitani e del flamenco, Siviglia offre i fasti della sua cattedrale e dell’Alcàzar, l’intenso profumo popolare del Barrio de Triana e il fascino misterioso del Barrio de Santa Cruz, l’antico quartiere ebraico.

Toledo: capoluogo della Nuova Castiglia, è una città fortificata tra le più antiche della Spagna, dominata dall’Alcazar. È stata inserita dall’Unesco tra i siti che costituiscono il patrimonio dell’umanità.

Luoghi di interesse

Andalusia: caratterizzata da profonde radici islamiche, l’Andalusia è la terra del flamenco, delle fieste e della corrida.

Questa regione offre un patrimonio artistico e culturale che risente tanto degli influssi spagnoli quanto di quelli moreschi. Tra i suoi celebri cittadini personaggi come Vélazquez, Picasso, Federico García Lorca.

La bellezza dell’Andalusia si nutre dell’esotismo dei palazzi islamici, dei minuscoli villaggi senza tempo, degli aridi paesaggi montuosi e delle lunghe spiagge.

Granada, Siviglia, Cordova e Malaga sono le quattro città di maggior interesse turistico, grazie soprattutto alle loro famose e straordinarie opere architettoniche: A Granada si trovano l’Alhambra, il Generalife e l’Albaicín, a Cordova, il centro storico, con la Moschea, a Siviglia, la Cattedrale, l’Alcázar e l’Archivio delle Indie, a Malaga la Cattedrale (La Manquita) e il Castello Gibralfaro.

Meritano una visita Ronda, che si erge a strapiombo sulle gole di El Tajo, profonde 100 m; Tarifa che, grazie alle spiagge di sabbia bianca e ai forti venti, è diventata uno dei più importanti ritrovi internazionali dei surfisti; la regione di Vélez, nella provincia di Almería, costellata di paesini tra cui Vélez Rubio, María e il grazioso Vélez Blanco, dai caratteristici tetti rossi.

L’Andalusia è una regione con una natura molto varia, e si passa così dalle spiagge di Costa del Sol, Costa della Luz e Almería, ai vasti campi di olivi di Jaén, oppure alla grande varietà di ecosistemi del Parco Nazionale di Doñana, un ambiente naturale dichiarato Patrimonio dell’Umanità, e infine si può addirittura – considerata la latitudine – sciare nella Sierra Nevada.

Isole Baleari: arcipelago del Mediterraneo occidentale, note ufficialmente anche con il nome di Illes Balears, amministrativamente sono una comunità autonoma con governo proprio. È composto da due isole maggiori (Maiorca e Minorca), due medie (Ibiza e Formentera) più Cabrera, che è la più grande isola disabitata del Mediterraneo, e altre minori in gran parte spopolate.

Grazie a un’azzeccata combinazione di centri estivi di livello internazionale, mondanità, divertimento notturno, spiagge, bellezze naturali e una serie di interessanti luoghi salvatisi dal turismo di massa (tra cui villaggi di pescatori, bellissimi sentieri rurali, distese a perdita d’occhio di aranceti e uliveti, cattedrali gotiche, megaliti del neolitico), le Baleari sono diventate una delle principali destinazioni di tutto il Mediterraneo.

Maiorca, l’isola più grande e moderna, è un po’ una sintesi di quello che le Baleari hanno da offrire, dal turismo di mare più affollato a paesaggi montani silenziosi dove lasciarsi alle spalle i resort della costa con un trekking lungo i sentieri. Ibiza è sinonimo di vita notturna e divertimento sfrenato, mentre Minorca è un rifugio sereno, con spiagge e calette tranquille e monumenti preistorici sparsi qua e là. La piccola Formentera, infine, è l’isola ideale per chi vuole rifuggire dagli eccessi di Ibiza, trascorrendo la giornata su una delle tante spiagge, facendo brevi escursioni in bicicletta o passeggiando per deliziosi villaggi come San Francesc Xavier.

Il clima è di tipo mediterraneo, mite in ogni stagione, con temperature medie di 10 ºC in gennaio e di 25 ºC in luglio e scarse precipitazioni (450 mm annui) per lo più autunnali, che nelle zone più elevate dell’isola di Maiorca (monte Puig Mayor, 1445 m) raggiungono i 1000 mm. La temperatura media annuale nel complesso dell’arcipelago è di circa 17 ºC, con differenze di poco rilievo tra le isole.

Le vie di comunicazione sono ben sviluppate e dispongono fra l’altro di tre aeroporti situati a Ibiza, nell’omonima isola, a Minorca (Sant Climent) e il principale a Palma de Maiorca. I collegamenti navali con Barcellona sono frequenti, come pure tra le isole dell’arcipelago.

Maiorca: la più estesa e la più importante delle Baleari, Maiorca è sinonimo di spiagge rinomate in tutto il mondo, una meta dove spaziare tra natura, sport, cultura e divertimento. Situata tra Minorca e Ibiza, Maiorca ha un territorio attraversato da brevi corsi d’acqua, tra cui il Muro, pianeggiante al centro e montuoso nella parte nordoccidentale e orientale, dove si elevano rispettivamente la Serra de Tramuntana, promossa dall’UNESCO come sito patrimonio dell’umanità nel 2011 (qui svetta la cima più alta dell’isola, il Puig Major, 1445 m) e la Serra di Levante (562 m).

La costa nord-occidentale, dominata dalla Serra de Tramuntana, è una parte dell’isola magnifica punteggiata di oliveti, foreste e piccoli villaggi color ocra, con un litorale selvaggio e roccioso. La costa nord-orientale si articola intorno a due baie, la Badia de Pollença e la più ampia Badia d’Alcúdia. La costa orientale è una sequenza quasi ininterrotta di baie e spiagge sabbiose, ragion per cui si spiega l’alta concentrazione di infrastrutture turistiche. La costa meridionale è caratterizzata da scogliere rocciose inframmezzate da calette e spiagge, mentre alle spalle del mare si estende una fertile pianura chiamata Es Pla.

La capitale dell’isola, Palma de Maiorca, merita una visita approfondita, tra le bellezze della città vecchia raccolta attorno a strade strette e tortuose. La città conserva alcuni edifici di fondazione araba, come i Bagni (sec. XI) e il palazzo dell’Almudaina, diventato nel 1230 residenza reale e oggi sede del Museo Nazionale. Massimo monumento della città è la cattedrale di stile gotico-catalano, La Seu, costruita tra il 1230 e il 1600. Numerosi palazzi dei sec. XV-XVI (come la Lonja di G. Sagrera) conferiscono un’impronta signorile a molte strade del vecchio centro. Nel Palazzo vescovile è il Museo Diocesano, ricco di oreficerie di varie epoche, codici, arazzi ecc. La Fondazione Pilar e Joan Miró espone opere dell’artista catalano. Il Museo di Maiorca, ospitato nel quattrocentesco palazzo Aymans, contiene opere d’arte sacra medievale e rinascimentale, reperti di archeologia pre-romana, romana e islamica. A ovest del centro si trova l’imponente Castel de Bellver.

A poco più di un’ora di navigazione, si raggiunge il Parco Nazionale Marittimo dell’Arcipelago di Cabrera, che racchiude un’isola principale, Cabrera, e 18 isolotti. L’area protetta è nota per l’ecosistema marino, con praterie di Posidonia oceanica, e un fondale che è tra i meglio conservati del litorale spagnolo. L’arcipelago custodisce anche diversi endemismi botanici e importanti colonie di uccelli.

Altri luoghi di particolare interesse sono Deià e Alcúdia, con vestigia romane, con la prima che in passato accolse comunità artistiche; le Coves del Drac (Grotte del drago), vicino a Porto Cristo, grotte con meravigliose formazioni di stalattiti e stalagmiti e un enorme lago sotterraneo; il villaggio di Valldemossa, nella Serra de Tramuntana, immerso in un ambiente incontaminato e che è noto per aver ospitato Fryderyk Chopin e George Sand; Sóller, un grazioso villaggio circondato da agrumeti, oliveti.

Minorca: la seconda per estensione e la più orientale del gruppo delle Baleari, Minorca è un’isola tranquilla dove lo sviluppo turistico non ha intaccato le bellezze naturali che la rendono un’oasi naturale unica nel cuore del Mediterraneo. L’isola è stata dichiarata nel 1993 Riserva della Biosfera UNESCO, per preservare gli ecosistemi unici e porre dei paletti nella costruzione di nuove strutture turistiche. Gole, grotte, zone umide, isolotti, sistemi dunali e spiagge sono i sistemi in cui trovano dimora numerose specie, tra cui alcune endemiche. L’area protetta più importante è il Parco Naturale di S´Albufera des Grau, una zona umida di grande bellezza rifugio per numerosi uccelli acquatici e migratori.

Ma è il mare il biglietto da visita più conosciuto: 216 chilometri di coste bagnati da acque pulite e cristalline, con un profilo frastagliato e spiagge rossastre a nord e un profilo più morbido impreziosito da calette e spiagge incontaminate lungo la costa meridionale. Tra le spiagge più belle a nord: Cavalleria, Binimel-la, Pregonda e Cala Pilar; a sud: Cala en Porter, Binigaus Escorxada, Trebaluger, Mitjana, Cala Galdana e Macarella. Le acque di Minorca sono naturalmente un paradiso per gli appassionati di sport acquatici, con venti ideali per il windsurf e magnifici fondali per lo snorkeling e le immersioni.

Minorca possiede anche un ricchissimo patrimonio archeologico: il territorio è disseminato di impressionanti megaliti (i talayot, monumenti a forma di torre) e da più di 90 grotte scavate nelle scogliere. Sono resti di una cultura della tarda età del bronzo, quella dei Talaioti, la cui presenza nell’arcipelago risale al periodo tra il XV e il I secolo a.C. Le zone migliori da visitare sono le rovine di Talatí de Dalt e quelle di Trepucó, la Naveta des Tudons e gli scavi di Mahón.

Sull’isola si trovano piccoli borghi marinari che conservano a tutt’oggi le loro antiche tradizioni, come Ciutadella, antico capoluogo all’estremità occidentale di Minorca.

Minorca si può raggiungere in aereo (aeroporto internazionale a cinque chilometri dal capoluogo, Mahón) o via mare (porto di Mahón o Ciutadella).

Ibiza: l’isola è diventata sinonimo di vita notturna e divertimento sfrenato, ma il fatto che l’UNESCO l’abbia dichiarata Patrimonio dell’Umanità lascia intuire che c’è molto di più dietro la mondanità e i party sulla spiaggia. Accanto al divertimento, Ibiza ha un’anima fatta di tranquilli paesaggi rurali, una costa frastagliata dove si aprono decine di spiagge sabbiose e un patrimonio culturale e naturale ereditato da molti secoli di tradizione, che annovera luoghi come il sito fenicio di Sa Caleta, la necropoli di Puig des Molins, o il centro storico di Ibiza, Dalt Vila.

I giovani vengono a Ibiza per i locali e le discoteche alla moda, con i DJ di richiamo internazionale che lanciano da qui le nuove tendenze. Come le altre isole dell’arcipelago, anche Ibiza è baciata da un clima mite tutto l’anno e il mare è uno dei punti di forza: lungo i suoi 210 chilometri di costa si può scegliere tra cale minuscole, vaste spiagge di sabbia fine o paesaggi ricchi di dune. Tra gli angoli di mare più belli: Cala de Compte, nei pressi di S. Antonio, con acque turchine dalle sfumature incantevoli; Cala Bassa, a ovest, con acque basse e una pineta alle spalle; Cala Portinax, a nord-est dell’isola, un’insenatura policroma con acque cristalline; Cala Llonga, a est, apprezzata per la tranquillità; Cala Tarida, con sabbia bianca e bei fondali marini che la rendono ideale per lo snorkelling; Ses Salinas, che rientra in una zona naturale protetta. Playa d’en Bossa, tra il comune di Ibiza e Sant Josep, è una delle spiagge più lunghe e affollate ed è una delle mete predilette dei festaioli, con musica, party e decine di bar ad animare la giornata.

La capitale dell’isola ha una magnifica e antica città alta, D’Alt Vila, costruita a picco su uno sperone roccioso. Protetta da solide mura di cinta del XVI secolo, il nucleo storico è la più antica fortezza d’Europa, con un dedalo di vicoli acciottolati ricchi di storia, su cui si aprono gallerie d’arte, negozi e ristoranti.

Isole Canarie: le sette isole che compongono l’arcipelago delle Canarie sono situate a più di mille chilometri a sud della penisola iberica e a soli 115 chilometri dalla costa africana nel suo punto più vicino. In ordine di estensione abbiamo Tenerife, Fuerteventura, Gran Canaria, Lanzarote, La Palma, La Gomera ed El Hierro. L’arcipelago, di origine vulcanica, costituisce il proseguimento del sistema montuoso dell’Atlante ed è caratterizzato da un paesaggio morfologicamente vario: le isole più orientali (Lanzarote e Fuerteventura) sono basse e piatte, mentre le altre, di formazione più recente, presentano una morfologia più aspra e accidentata, con imponenti apparati vulcanici, ormai spenti o quiescenti (Pico de Teide, 3716 m, nell’isola di Tenerife). Nell’arcipelago sono presenti quattro parchi nazionali posti a protezione del fragile ambiente vulcanico, ricco di varietà botaniche: Caldera de Taburiente (istituito nel 1954), nell’isola di La Palma; Garajonay, nell’isola di La Gomera (1981); Teide, nell’isola di Tenerife (1954); Timanfaya, istituito nel 1974, nell’isola di Lanzarote. Nonostante la vicinanza dei Tropici, il clima è di tipo mediterraneo, grazie all’opera mitigatrice della fredda corrente delle Canarie e degli alisei.

Le Canarie sono la destinazione ideale per una vacanza in qualsiasi periodo dell’anno, grazie al clima particolarmente temperato e alla bellezza del mare e dell’ambiente naturale che non risentono del ciclo delle stagioni. Tenerife, l’isola più grande, affascina per l’incredibile varietà del suo paesaggio con magnifiche spiagge e un sistema di accoglienza turistica di livello mondiale, che ne fanno la meta ideale per chi è alla ricerca di sole, divertimento e sport. A Lanzarote, isola di origine vulcanica a circa 100 km dalla costa africana, il clima è più caldo e secco rispetto alle altre isole dell’arcipelago per l’alternanza dei venti caldi provenienti dal Sahara con le brezze dell’Atlantico. L’isola ha un ambiente incontaminato dai grandi contrasti, tra vegetazione subtropicale, rocce laviche, paesaggi lunari e sabbie dorate. Gran Canaria possiede quasi 60 km di spiagge di sabbia dorata con particolarità diverse: dalla folla di Las Canteras, la spiaggia del capoluogo, alle dune accanto al mare di Maspalomas. Gran Canaria è l’isola con la vita notturna più animata ed è la destinazione preferita dai giovani. Fuerteventura è un’isola ancora incontaminata, con magnifici paesaggi formati da monti aridi, pianure laviche e lunghe distese di sabbia bianchissima; le sue spiagge sono considerate tra le più belle al mondo. Qui il clima è sempre mite nonostante la vicinanza all’Africa.

Le Canarie sono una destinazione facilmente raggiungibile dall’Europa continentale e dall’Italia: tutte e sette le isole hanno un aeroporto; quelli di Tenerife, Gran Canaria, Lanzarote e La Palma ricevono quasi tutti i voli internazionali diretti e quelli che arrivano dalla Spagna continentale, mentre gli altri aeroporti sono soprattutto per i voli tra un’isola e l’altra. Se si vuole arrivare in barca, ci sono collegamenti tra Cadice e Tenerife o Las Palmas de Gran Canaria.

Tenerife: la più vasta tra le isole dell’arcipelago delle Canarie, Tenerife è di origine vulcanica e culmina nei 3718 m nel Pico de Teide. Il centro principale è Santa Cruz de Tenerife, uno dei porti più trafficati di tutta la Spagna.

Tenerife affascina per la grande varietà del suo paesaggio: foreste lussureggianti, fauna e flora esotiche, deserti, montagne, vulcani, coste dall’incredibile bellezza e spiagge incantevoli creano un insieme di contrasti armoniosi unico tra gli stati dell’Europa. Natura, sole e divertimento ne hanno fatto una delle destinazioni europee più gettonate, con quasi 10 milioni di visitatori l’anno.

Lungo i 270 chilometri di costa si susseguono numerosi angoli in cui godere del sole e del mare. La parte settentrionale è caratterizzata da un profilo roccioso e accidentato, dove si insinuano calette e piscine naturali, mentre a sud si estendono spiagge per lo più di origine vulcanica. A dominare l’isola è il Pico del Teide, attorno al quale si estende un parco nazionale istituito nel 1954: è il più grande tra i parchi spagnoli, nonché il più visitato con una media di 4 milioni di visitatori l’anno. Il paesaggio è straordinario: formazioni vulcaniche e colate di lava danno vita a uno straordinario complesso di forme e colori, che costituisce l’habitat di una flora di grande valore biologico. Il parco protegge anche oltre 1000 siti archeologici dei Guanches, le antiche popolazioni indigene dell’arcipelago.

L’isola è nota il tutto il mondo per il Carnevale di Santa Cruz de Tenerife, una festa che per quindici giorni trasforma la città in una piccola Rio de Janeiro. Santa Cruz de Tenerife è un centro portuale vivo e dalla storia antica, gradevole da visitare vista l’assenza delle orde di turisti che soffocano un po’ la parte sud dell’isola. Un altro centro molto interessante è Puerto de la Cruz, località con una tradizione turistica che risale al XIX secolo. Da non perdere il Loro Parque, uno zoo che ospita un’impressionante colonia di 3000 pappagalli, e il Lago Martiánez. Le mete preferite dai vacanzieri in cerca di vacanze tutte sole e spiaggia si trovano nella parte meridionale: tra Playa de las Americas e Los Cristianos (un tratto noto come Costa Adeje) l’accoglienza e le infrastrutture sono di livello elevato, con favolose spiagge di sabbia bianca.

Tenerife è collegata al continente da due aeroporti, il Tenerife Norte (TFN) di San Cristóbal de La Laguna e il Tenerife Sur (TFS), il più importante, nella parte meridionale dell’isola a Granadilla de Abona.

Fuerteventura: seconda isola dell’Arcipelago delle Canarie per estensione dopo Tenerife, Furteventura è la più vicina alle coste del Nord Africa da cui dista un centinaio di chilometri. L’isola è un paradiso per gli amanti del mare e degli sport acquatici, con oltre 150 spiagge di sabbia bianchissima, tra le più lunghe dell’arcipelago, e venti costanti molto apprezzati dai windsurfer che arrivano qui da tutto il mondo: l’isola è uno dei punti di riferimento nel circuito della Coppa del Mondo di questo sport. Fuerteventura è anche la destinazione ideale per gli amanti delle immersioni, grazie alle fenditure, grotte, gallerie, cornici e formazioni rocciose che popolano i suoi fondali oceanici. Tra le spiagge più belle: Morro Jable, lunga 4 km e larga 60 metri, situata all’estremo sud; Sotavento, a nord-est da Morro Jable, con sabbia dorata che si estende per 1100 m; Costa Calma, una spiaggia attrezzata con acque tranquille, scuole di windsurf e magnifici fondali; le spiagge del Parque Natural de Corralejo, sulla costa est, con dune battute dal vento; Caleta de Fuste (o spiaggia del Castillo), a sud di Puerto del Rosario, un tratto di litorale molto curato con sabbia dorata e acque calme; El Cofete, un tratto incontaminato di quasi 14 chilometri in una zona grande bellezza a sud-ovest.

Il capoluogo dell’isola è Puerto del Rosario, piccola cittadina portuale senza particolari attrattive. Il clima è sempre mite, con oscillazioni tra i 18 °C e i 24 °C. L’isola è collegata con il resto dell’arcipelago da navi e traghetti di linea che partono da Puerto del Rosario, La Oliva e Pájara. L’aeroporto si trova a 5 km da Puerto del Rosario.

Lanzarote: isola dell’oceano Atlantico, nell’arcipelago delle Canarie 200 km a nord-est di Gran Canaria, amministrativamente compresa nella provincia spagnola di Las Palmas. Di origine vulcanica (venne ricoperta per due terzi di lava e cenere durante le eruzioni dei secc. XVII-XVIII), è occupata da rilievi che culminano a 671 m. Il clima caldo e asciutto e la mancanza di una vera e propria rete idrografica consentono una modesta attività agricola. Altre risorse vengono dalla pesca e dallo sfruttamento delle saline, oltre che dal turismo. Il centro principale è Arrecife, sulla costa sudorientale.

Dichiarata dall’UNESCO riserva della biosfera, Lanzarote è un’isola dalla bellezza spoglia, caratterizzata da paesaggi lunari nella parte centrale e un accenno di verde a nord. Sono proprio le distese vulcaniche del Parco nazionale di Timanfaya la peculiarità più interessante: esteso su un’area di 52 kmq, il parco dà l’impressione di trovarsi nella scenografia di un film di fantascienza. L’isola, di origine vulcanica, fu teatro tra il 1730 e il 1736 di una delle più grandi eruzioni vulcaniche mai registrate, che riversò in superficie una quantità impressionante di roccia fusa. All’interno del parco, da visitare le Montañas del Fuego e il Museo de las Rocas. Le altre due attrazioni imperdibili di Lanzarote sono i Jameos del Agua e la Cueva de los Verdes. I Jameos del Agua sono parte di un complesso di grotte vulcaniche formatesi migliaia di anni fa il cui soffitto è crollato; al suo interno si trova uno spettacolare lago naturale collegato al mare dove vive una specie endemica, gli jameitos, piccoli granchi albini e ciechi. La Cueva de los Verdes è una sequenza di caverne e tunnel che si trova a qualche centinaio di metri dai Jameos del Agua, insieme fanno parte dello stesso tunnel di lava lungo 8 km originato da un’eruzione di 5000 anni fa.

A Lanzarote non mancano le belle spiagge, come quelle di Costa Teguise, Playa Blanca or Puerto del Carmen.

Lanzarote è raggiunta da voli internazionali e provenienti dalle altre isole dell’arcipelago. L’aeroporto di Guasimeta si trova 6 km a sud-ovest di Arrecife. Via mare, traghetti collegano regolarmente l’isola con la vicina Fuerteventura (Corralejo) e con Gran Canaria.

Costa Brava: si estende tra Barcellona e il confine con la Francia meridionale. È caratterizzata da un litorale ripido, roccioso, con belle insenature e folte pinete. Sulla costa si susseguono luoghi di villeggiatura come Estartit, con il porto sportivo e le isole Medes, meta degli appassionati di pesca subacquea; Playa de Aro, tra le più frequentate della costa; l’esclusiva stazione balneare di S’Agarò; Tossa de Mar, con le mura a picco sul mare, le sette torri e l’affollata spiaggia; Lloret de Mar, con i grandi alberghi; l’antica Gerona impreziosita da chiese, bagni arabi, monasteri gotici e palazzi rinascimentali.

Costa Blanca: qui la costa si fa più scoscesa, arida e calcarea e si estendono spiagge bianchissime. Javea offre ancora piccole insenature solitarie, mentre Benidorm è una sorta di versione iberica della riviera romagnola. Più a sud, Alicante è un’altra stazione balneare di massa. Sulla strada costiera spiccano i frutteti e le palme da dattero, infondendo al paesaggio un fascino esotico.

Costa del Sol: Nerja e Torre del Mar sono le località turistiche più note di questa zona.

Fondata dai Fenici, Malaga è una delle città più popolose della Spagna meridionale. Nel cuore del centro storico da visitare la cattedrale, nel rione di El Palo le basse case dei pescatori e le osterie. Il Museo Provinciale conserva diverse tele di Pablo Ricasso, che nacque qui. Oltre Malaga e per un centinaio di chilometri, la Costa del Sol diventa un vasto insediamento turistico: Torremolinos e Fuengirola hanno spiagge affollate, grandi alberghi, parchi acquatici, porti turistici, negozi di souvenir, locali notturni. Marbella conserva ancora le casette bianche con i vasi fioriti ai balconi.

Avila: elevata al centro di una brulla pianura del Rio Adaja, capoluogo dell’omonima provincia, offre il fascino delle sue antiche mura ed è meta di pellegrinaggi, avendo dato i natali a Santa Teresa.

San Sebastian: nella regione basca, ubicata al centro del Golfo di Biscaglia, non distante dal confine con la Francia. È un centro balneare di antica tradizione e sede di numerose manifestazioni culturali.

 

Il clima spagnolo è molto vario a causa sostanzialmente dell’altitudine e dei flussi oceanici che invadono l’intera regione. Si possono distinguere sei zone climatiche differenti:

– Partendo da est troviamo la zona oceanica, anche detta galiziana: è costituita da un clima mite e sostanzialmente umido (le precipitazioni variano da 1000 a 2500 mm annui) ovviamente causato dai venti atlantici che scaricano le piogge accumulate lungo il percorso oceanico. Essendo l’intero paese molto a sud, sono proprio le precipitazioni oceaniche che rendono le stagioni temperate. In inverno, le temperature oscillano tra i 5 e i 10 °C mentre le estive tra i 18 e i 20 °C.

– Il clima mediterraneo invece si estende per tutta la zona est della Spagna: gli inverni sono miti, ad esempio a gennaio le temperature oscillano tra i 7 e i 13 °C e le estati sono calde (il clima è molto simile a quello dell’Italia Mediterranea con temperature tra i 22 e i 28 °C). Le precipitazioni si concentrano soprattutto d’inverno mentre sono quasi assenti nei periodi estivi. Nonostante affaccino sull’oceano Atlantico, anche le coste a sud del fiume Guadalquivir hanno un clima molto simile a quello mediterraneo. In queste zone centrali del paese l’aridità si rivela una fortissima minaccia a livello ambientale: ne fa le spese appunto tutta l’Andalusia che si vede investita contemporaneamente dai venti continentali e dai venti africani.

– A sud invece il clima è decisamente subtropicale: a Malaga gli inverni arrivano a poco meno di 14 °C! In particolar modo nella Valle dell’Ebro i climi sono quasi invivibili, tanto che incontriamo vaste zone desertiche come il Desierto de Tabernas nella provincia di Almeria oppure il Desierto de los Monegros.

– L’altopiano della Meseta è caratterizzato da un clima mediterraneo continentale con piovosità scarsa, esso appartiene a quasi tutta la penisola iberica. Nella zona le temperature non sono particolarmente rigide, in inverno infatti oscillano tra i 4 e i 7 °C. Per quanto riguarda invece le zone fluviali a sud della Meseta l’incredibile variazione di temperatura accelera il fenomeno della desertificazione: in estate in zona si possono raggiungere i 40°C, tanto che tutti i corsi d’acqua si prosciugano per tutta la stagione, mentre in inverno si scende fino ai -25 nelle valli.

– Nelle zone montuose delle cordigliere dei Pirenei e nelle zone più elevate delle Isole Canarie gli inverni sono molto rigidi (al di sotto dei 0°C) e le estati sono particolarmente fresche, non raggiungono nemmeno i 15 °C. Le precipitazioni sono abbondanti e sostanzialmente di carattere nevoso.

– Infine, per quanto riguarda le zone insulari, si ha a che fare con climi decisamente tropicali (nelle Isole Baleari il clima è mediterraneo). Le Canarie infatti possiedono un clima caldo per tutto il periodo dell’anno e le precipitazioni sono decisamente scarse.

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Nessuna.
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Abitato sin da epoche remote, il territorio dell’attuale Spagna fu colonizzato nel 1° millennio a.C. dai Fenici, dai Celti, dai Greci e dai Cartaginesi. Fu quindi conquistato dai Romani nel 3°-2° secolo a.C. In parte cristianizzato sin dal 1° secolo d.C., esso fu invaso al principio del 5° secolo da varie popolazioni germaniche tra le quali emersero i Visigoti, che diedero vita a un vasto regno romano-barbarico nella Penisola Iberica. Nel 711 la Spagna fu conquistata da popolazioni arabe di religione musulmana provenienti dall’Africa del Nord. Nell’arco di pochi anni tali popolazioni posero fine al dominio dei Visigoti e conquistarono gran parte del territorio spagnolo, dando poi vita a una civiltà fiorente dal punto di vista economico e culturale. Nel corso del tempo, tuttavia, la dominazione musulmana andò frammentandosi e indebolendosi, anche per l’offensiva dei potenti regni cristiani che si affermarono nella penisola, primi fra tutti la Castiglia e l’Aragona. Il processo di reconquista cristiana della Spagna, che ebbe un momento decisivo nella sconfitta dei musulmani nella battaglia di Las Navas de Tolosa (1212), si concluse nel 1492 con la caduta del regno arabo di Granada. A partire da quella data i due sovrani Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, uniti in matrimonio dal 1469, unificarono il territorio spagnolo, dando vita a una moderna struttura statale e amministrativa. Sempre nell’anno 1492, a seguito della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo, gli Spagnoli iniziarono a costruire un immenso impero coloniale nelle Americhe.

Nei decenni successivi la Spagna conobbe un periodo di splendore, alimentato soprattutto dai flussi di metalli preziosi provenienti dal Nuovo Mondo. Dopo l’ascesa al trono di Carlo I d’Asburgo (1516), divenuto poi – come Carlo V – imperatore del Sacro Romano Impero (1519), la Spagna diventò parte (fino al 1556) di una delle più grandi e potenti formazioni politiche dell’epoca, l’impero degli Asburgo. Negli stessi anni – gli anni della Riforma protestante – essa fu uno dei baluardi del cattolicesimo e, in seguito, della Controriforma, distinguendosi tra l’altro nella persecuzione e nella repressione di musulmani ed ebrei. L’egemonia della Spagna, confermata dall’esito di una lunga serie di guerre contro la Francia nella penisola italiana (1494-1559), cominciò a entrare in crisi durante il regno di Filippo II (1556-98), che ereditò dal padre Carlo V la corona di Spagna, divenuta autonoma. Ebbe allora inizio una fase di declino, che divenne ancora più evidente nel 17° secolo. Lo dimostrarono, nonostante la temporanea annessione del Portogallo (1580-1640), la rivolta dei Paesi Bassi del 1566, la clamorosa sconfitta della flotta spagnola, l’Invencible Armada, a opera dell’Inghilterra nel 1588 e le molteplici guerre in cui la Spagna si trovò coinvolta nei decenni successivi, dalla guerra dei Trent’anni (1618-48) sino alla guerra di Successione spagnola (1701-14). Tra le ragioni del declino spagnolo ebbe un peso decisivo la strutturale arretratezza del paese, che non riuscì a trarre dalle sue immense ricchezze coloniali l’impulso a una efficace modernizzazione economica e sociale, e che entrò in crisi quando i flussi di metalli preziosi provenienti dal Nuovo Mondo iniziarono a diminuire in modo consistente. Nello stesso senso agì il rigido tradizionalismo culturale, sociale e religioso delle classi dirigenti spagnole.

Una svolta importante si ebbe al principio del 18° secolo. Con la morte dell’ultimo sovrano asburgico, Carlo II (1665-1700), salì infatti al trono un esponente della dinastia dei Borbone, Filippo V, nipote di Luigi XIV di Francia. Ne derivò la guerra di Successione spagnola (1701-1714), che confermò la corona ai Borbone, facendo tuttavia perdere alla Spagna i suoi possedimenti italiani e i Paesi Bassi spagnoli. Circa un secolo più tardi, il paese fu coinvolto nelle guerre napoleoniche e occupato dai Francesi. Liberata nel 1813-14, grazie all’azione di un forte movimento di resistenza nazionale e dell’esercito britannico, la Spagna tornò ai Borbone con la Restaurazione e fu teatro di un importante moto liberale e costituzionale (1820-23), stroncato dalla Francia per conto della Santa Alleanza. Nel corso dell’Ottocento la Spagna rimase una potenza marginale. Essa non riuscì ad arrestare i moti di indipendenza nelle colonie dell’America Latina, iniziati già in epoca napoleonica. E a partire dagli anni Trenta del 19° secolo fu scossa da una grave crisi dinastica sfociata in guerra civile, che portò infine all’abdicazione di Isabella II di Borbone (1833-68) e alla creazione di una monarchia elettiva (1869-73), cui fece seguito un’effimera esperienza repubblicana (1873-74). I Borbone tornarono sul trono nel 1874 con Alfonso XII (1874-85), cui seguì Alfonso XIII (1886-1931). Sotto quest’ultimo sovrano, la Spagna perdette nel 1898, in seguito a una guerra con gli Stati Uniti, i suoi ultimi possedimenti coloniali: Cuba, Portorico e le Filippine.

Neutrale durante la Prima guerra mondiale (1914-18), la Spagna attraversò negli anni successivi, anche in conseguenza dello sviluppo del movimento socialista e anarchico, una fase di profonde tensioni, che nel 1923 portarono alla dittatura militare di Miguel Primo de Rivera. Nel 1931, in seguito alla vittoria elettorale dei repubblicani e dei socialisti, venne deposto Alfonso XIII e, abolita la monarchia, fu istituita la Repubblica. Le tensioni si acuirono ulteriormente con il ritorno delle destre al potere nel 1933 e poi nel 1936, all’indomani della vittoria elettorale delle sinistre riunite nel Fronte popolare. Ebbe allora inizio una drammatica guerra civile (1936-39) che portò al potere le forze della destra nazionalista (appoggiate dall’Italia fascista e dalla Germania nazista) sotto la leadership del generale Francisco Franco. Fu instaurata una dittatura di tipo fascista che doveva durare sino alla metà degli anni Settanta e che ebbe i suoi pilastri nell’esercito, nella Chiesa e nella grande proprietà terriera. Vicina a Germania, Italia e Giappone, la Spagna non partecipò alla Seconda guerra mondiale (1939-45). Essa conobbe negli anni Cinquanta e Sessanta una moderata crescita economica. Nel 1975, alla morte di Francisco Franco, fu proclamato re Juan Carlos di Borbone, tuttora sul trono di Spagna. Grazie al suo sostegno nel paese fu introdotta la democrazia parlamentare in un quadro di pieno pluralismo partitico.

Dopo Franco la Spagna ha conosciuto un intenso processo di modernizzazione economica, sociale e politica. A prescindere da un tentativo fallito di colpo di Stato nel 1981, il sistema politico ha assunto i tratti di una solida «democrazia dell’alternanza», con l’alternarsi al governo di forze di centro e di centro-destra e di centro-sinistra. Le prime sono state alla guida del paese dal 1976 al 1981 (con Adolfo Suárez Gonzáles e Leopoldo Calvo Sotelo) e poi dal 1996 al 2004 (con José María Aznar); le seconde dal 1982 al 1996 (con il socialista Felipe Gonzáles Márquez) e poi di nuovo dal 2004 (con José Luis Rodriguez Zapatero). Un problema drammatico, e ancora in parte irrisolto, è quello del separatismo basco che, anche dopo Franco, ha continuato a fare ricorso al terrorismo. Il terrorismo islamico, nel quadro internazionale segnato dagli attentati terroristici dell’11 settembre 2001 a New York e dalle guerre in Afghanistan (2001) e poi in Iraq (2003), ha messo a segno un devastante attentato dinamitardo a Madrid l’11 marzo 2004. Già membro della Comunità economica europea (CEE), la Spagna fa parte dell’Unione europea (UE)

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